giovedì 24 gennaio 2013

Due o tre cose che so del Monte dei Paschi


Sono stato richiesto ieri di un'intervista sugli accadimenti che hanno portato alle dimissioni dalla presidenza dell'Abi di Giuseppe Mussari, già presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e della banca omonima, dimissioni legate a due maxi operazioni in derivati tradottesi poi in perdite notevoli per la banca senese che già non naviga in acque tranquille.

Non avendo elementi sulle operazioni Alexandria e Santorini, cui se ne aggiunge un'altra che ha cercato di mettere una pezza alla prima con conseguenze altrettanto pesanti, ho gentilmente declinato l'offerta di pronunciarmi su cose che non conosco a fondo, al punto di non sapere se si tratta dei risultati di un'ispezione interna o di un'indagine giudiziaria.

Certo, le somme di cui si parla sono ingenti e quantificate da Panorama in 500 milioni di euro, ma i problemi del Monte dei Paschi di Siena e dell'omonima fondazione vengono da scelte di acquisizione altrettanto azzerdate, come la scelta di comprare Antonveneta per 9 miliardi di euro dal Santander che l'aveva pagata di meno con in più un istituto a medio termine venduto per un altro miliardo.

La borsa sta punendo ferocemente l'azione del Monte dei Paschi che nei giorni scorsi aveva quasi riagguantato la soglia dei 30 centesimi e oggi è a quota 24 con una perdita del 20 per cento in poche sedute.

lunedì 21 gennaio 2013

Piccoli movimenti del differenziale


Mentre sembrava destinato a rompere verso il basso la soglia psicologica dei 240 punti, il differenziale tra BTP a 10 anni e il Bund di pari durata si è riportato oggi in vista dei 270 punti base, anche se nell'intraday ha toccato la soglia dei 238 punti in concomitanza di un'escursione del Bund, forse in concomitanza con le disastrose elezioni per la Merkel in Sassonia, sino a 1,71 per cento di rendimento, ma subito dopo si è portato, seppur di poco, al di sotto dell'1,50 per cento.

Come ho spiegato più volte, il differenziale è dato dalla differenza di rendimento dei due decennali e, finché il Bund è rimasto alivelli bassissimi, prossimi all'uno per cento, per il BTP c'è stato poco da fare, ma da qualche settimana, dopo il salvataggio della Grecia, i rendimenti dei titoli tedeschi e di quelli della cosiddetta area core della zona dell'euro sono sensibilmente risaliti.

Quello che manca, o non vi è ancora a sufficienza, è il recupero ulteriore dei titoli di stato italiani e degli altri paesi deboli dell'area euro e non vi è molto da attendersi, per il nostro paese, sino al risultato delle elezioni politiche fissate per fine febbraio.

martedì 15 gennaio 2013

E' finita la resistibile ascesa dell'oro?


La crisi finanziaria ha prodotto negli ultimi anni una crescita apparentemente irresistibile delle quotazioni dell'oro, passato dai 500 dollari per oncia del 2007 ai 1.800 dollari nei mesi passati. Tutto quello che accadeva nei mercati finanziari congiurava al superamento di importanti soglie psicologiche, quella dei 1.000 dollari prima e quella dei 1.500 dollari poi e molti scommettevano sul raggiungimento dei 2.000 dollari già nell'anno che si è appena aperto.

Poi qualcosa è cambiato nei mercati finanziari ed è quello che ho cercato di spiegare nelle ultime tre puntate del diario della crisi finanziaria ed è che, sotto l'accorta guida di Draghi, si è assistito ad un ritorno dei differenziali dei titoli di stato decennali dei paesi in crisi dell'area dell'euro con il Bund a valori precedenti alla terribile estate del 2011.

L'oro ha così smesso di crescere e si è portato sotto la soglia dei 1.700 dollari per oncia e oggi, con un frazionale recupero, si porta a 1.686, ma le prospettive future sono per un testo del livello di 1.500 dollari e poi si vedrà.

venerdì 11 gennaio 2013

Lo spread va sotto i 250 punti


Dopo aver toccato i 283 punti base due giorni fa, il differenziale tra BTP e Bund si è portato al di sotto della soglia psicologica dei 250 punti, a 248 per l'esattezza, un livello che non si vedeva dal luglio del 2011 e che rischia di far avverare a brevissimo la mia previsione del 3 gennaio che vedeva il differenziale portarsi a 240 punti base.

Si trattava di un livello previsto come normale dal Fondo Monetario Internazionale ma che incorpora ancora un premio al rischio francamente eccessivo e, quindi, non sono da escludere ulteriori miglioramenti verso quel livello di 140 punti base toccato nel giugno del 2011.

D'altra parte, questa precipitosa discesa verso il basso rischia di mettere in discussione le strategie dei maggiori market players internazionali che potrebbero girare le proprie posizioni e diventare compratori dei titoli di stato dei paesi dell'area euro da oggi un po' meno a rischio.

mercoledì 9 gennaio 2013

Si allenta la crisi del debito (2)


Come scrivevo qualche giorno fa, i differenziali tra i principali titoli di stato decennali e il Bund tedesco sono in restringimento, ma il fenomeno, oltre che all'apprezzamento degli altri decennali, era dovuto al peggioramento del Bund che da rendimenti prossimi all'uno per cento si era portato a livelli anche superiori all'1,5 per cento.

In prospettiva, il fenomeno dovrebbe accentuarsi, con i decennali in ulteriore recupero e il Bund destinato a oscillare intorno al 2 per cento, livello tutto sommato normale e che starebbe ad indicare che la febbre dei paesi euro più a rischio tende ad abbassarsi.

Per quanto riguarda il BTP, dopo aver toccato la soglia dei 273 punti si è oggi portato a 283, per un rendimento del 4,30 per cento, anche se le prospettive delle elezioni politiche prossime venture sono tutt'altro che certe, ma l'importante, almeno stando a vedere l'andamento dei mercati, è che si voti e poi si vedrà.

mercoledì 2 gennaio 2013

Si allenta la crisi del debito


Il compromesso raggiunto negli Stati Uniti d'America tra democratici e repubblicani ha consentito, seppure in extremis, di superare il fiscal cliff e le borse e i titoli di stato di tutto il mondo stanno vivendo un momento di euforia, con Milano che cresce del 3 per cento e il differenziale tra BTP e Bund precipitato a quota 287.

Sarà solo un momento di tregua o qualcosa è cambiato? E' difficile dare una risposta a questa domanda perché troppe variabili ancora ballano, ma quello che è certo è che per i ribassisti a oltranza si profilano tempi duri mentre si moltiplicano i rischi.

Non ho fatto le previsioni per l'anno che si è appena aperto, anche perché stavolta è davvero difficile farle, ma credo che l'euro si apprezzerà rispetto al dollaro e che i differenziali tra i decennali dell'area euro e il Bund sono destinati a restringersi in modo significativo, con quello tra BTP e Bund che potrebbe scendere verso quella soglia di 240 punti base giuidicata normale da importanti organismi sovranazionali.