mercoledì 11 novembre 2009

La Fed lancia l'allarme sulla disoccupazione!


Mentre ancora non si è spenta l’eco del superamento della soglia psicologica del 10 per cento del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti d’America, la Federal Reserve fa sapere che la ripresa è così fiacca che bisognerà abituarsi a tassi di disoccupazione elevati per diversi anni, una prospettiva che non consolerà molto i circa 16 milioni di americani che ufficialmente disoccupati e che sono attivamente alla ricerca di un lavoro.

L’allarme è stato lanciato, in due discorsi separati, dai presidenti delle Federal Reserve di Atlanta, Tennis Lochart, e di quella San Francisco, Janet Yallen, che hanno avvertito che la disoccupazione crescente può incidere sui consumi e rendere più debole la ripresa, un’ipotesi tutt’altro che peregrina, anche alla luce del fatto che i consumi pesano per il 70 per cento dell’attività economica complessiva.

Si è trattato del primo pronunciamento di due alti esponenti della Fed dopo il superamento della soglia del 10 per cento del tasso di disoccupazione, un evento che si è ripetuto solo due volte dalla fine della seconda guerra mondiale, e non ha mancato di avere un certo impatto sui mercati, in particolare sul Dow Jones che aveva appena toccato i massimi del 2009, rispedendo indietro decisamente il prezzo del petrolio verso i 78 dollari al barile, mentre si era portato al di sopra degli 80 dollari all’avvio delle contrattazioni.

La pubblicazione dei dati sulle vendite di case nel terzo trimestre da parte del National Association of Realtors chiarisce uno dei motivi dell’escalation di case vendute nel periodo e che è rappresentato dall’ulteriore calo dei prezzi, un calo che ha riguardato l’ottanta per cento delle aree metropolitane considerate e che è in larga misura spiegato dal fatto che poco meno di un terzo delle vendite ha riguardato case oggetto di procedure di vendita legate o al non pagamento delle rate del mutuo o altre ragioni di difficoltà finanziarie dei proprietari.

Secondo questa rilevazione, il prezzo mediano a livello nazionale si colloca a 177.900 dollari, un livello inferiore dell’11 per cento a quello dello stesso periodo dell’anno precedente, anche se va detto che, accanto a cali considerevoli registrati in alcune località della Florida o a Las Vegas, si registrano anche incrementi a due cifre dei prezzi in alcune località del Maryland o dell’Iowa, mentre, anche grazie al beneficio fiscale, le vendite di case hanno fatto segnare incrementi a due cifre in 28 Stati.

Come per i sussidi di disoccupazione, anche per il bonus fiscale da 8.000 dollari per l’acquisto della prima casa scaduto alla fine del mese di settembre è stata prevista una nuova finestra che riguarda chi sottoscriverà un preliminare nel mese di aprile del 2010 e chiuderà l’operazione di acquisto entro la fine del mese di giugno dello stesso anno, mentre è stato previsto un beneficio fiscale pari a 6.500 dollari per chi possiede una casa da almeno cinque anni.

Come si vede, le due principali criticità dell’economia a stelle e strisce, la disoccupazione e il mercato immobiliare continuano a rimanere sotto pressione, a livelli di allarme la prima, mentre per la seconda delle due l’azione del governo risulta essere più incisiva e anche il piano di rinegoziazione dei mutui registra finalmente in due Stati percentuali del 20 per cento degli aventi diritto.