In un recente studio, la Banca d'Italia "misura" il rischio dei risparmiatori italiani rispetto all'ipotesi di bail in degli istituti di credito dei quali gli italiani sono azionisti, obbligazionisti o depositanti per la parte del deposito che supera la soglia dei 100 mila euro, una cosa che si sapeva, ma della quale si ignoravano le dimensioni che, espresse in lire, sono nell'ordine di qualcosa di più di 800 mila miliardi e che dimostrano come alcuni deflussi di capitale dalle banche siano dovuti da un lato alla propensione dei risparmiatori ad emigrare verso quelli che, a torto o a ragione, vengono considerati porti sicuri, cioè banche di maggiore affidabilità e solidità patrimoniale, mentre dall'altro alla nuova tendenza di spezzettare i depositi tra più istituti in modo da rimanere per ognuno di essi al di sotto della fatidica soglia dei 100 mila euro.
Scendendo nel dettaglio, scopriamo che la somma dei depositi al di sopra dei 100 mila euro è stimatia da Via Nazionale in 225 miliardi di euro, le obbligazioni non garantite sono pari a 173 miliardi, mentre le obbligazioni subordinate sono nell'ordine dei 29 miliardi, un dato in calo dopo le tristi esperienze delle quattro banche salvate in novembre dal Governo, ma con la prima applicazione del bail in che ha comportato perdite per centinaia di milioni di euro a carico dei detentori delle tre categorie di attività finanziarie colpite dalla nuova normativa che invano Governo e Banca d'Italia stanno cercando di addolcire in sede europea.
Ma la vera notizia sta nel fatto che, rispetto al 2011, gli strumenti di debito bancario sono calati da 1.017 miliardi di euro a 921 miliardi, complice un vero e proprio crollo delle obbligazioni bancarie non garantite passate, nel breve volgere di quattro anni, da 341 a 173 miliardi di euro, un deflusso che solo in piccola parte si è dirottato verso le altre forme di debito bancario, veleggiando quindi per altri lidi (molto probabilmente, verso l'investimento in titoli di Stato, azionario non bancario e fuga di capitali all'estero), anche se c'è un significativo aumento dei depositi entro la soglia dei 100 mila euro, segno che lo spezzettamento dei dei depositi sta avvenendo..
Ma la vera notizia sta nel fatto che, rispetto al 2011, gli strumenti di debito bancario sono calati da 1.017 miliardi di euro a 921 miliardi, complice un vero e proprio crollo delle obbligazioni bancarie non garantite passate, nel breve volgere di quattro anni, da 341 a 173 miliardi di euro, un deflusso che solo in piccola parte si è dirottato verso le altre forme di debito bancario, veleggiando quindi per altri lidi (molto probabilmente, verso l'investimento in titoli di Stato, azionario non bancario e fuga di capitali all'estero), anche se c'è un significativo aumento dei depositi entro la soglia dei 100 mila euro, segno che lo spezzettamento dei dei depositi sta avvenendo..
E' in questo quadro che si inserisce l'azione della nuova vigilanza europea, un'azione che non lascia nessuna banca italiana, a prescindere dalla dimensione, al riparo dagli strali delle donne e degli uomini capitanati da Daniéle Nouy che possono in ogni momento, tramite una semplice lettera, avviare quel percorso che, in casi estremi, può portare alla risoluzione della banca sotto esame, con conseguente applicazione delle drastiche misure previste dal nuovo meccanismo che vede colpiti per primi azionisti, obbligazionisti di ogni tipo e depositanti per la soglia, come ho ripetuto più volte,, superiore ai centomila euro.
Il fatto che una quota di poco superiore al 10 per cento della ricchezza finanziaria degli italiani sia oggettivamente a rischio non significa che si aprono scenari apocalittici, ma è soltanto un esercizio statistico della nostra banca centrale che ha diviso i 921 miliardi di euro di strumenti di debito bancario tra i 427 non garantiti e i 494 miliardi che invece, per fortuna dei loro possessori, sono garantiti (verrebbe da dire che, se si verificasse un crisi sistemica, sarebbe ben difficile garantire alcunché).