giovedì 24 gennaio 2013

Due o tre cose che so del Monte dei Paschi


Sono stato richiesto ieri di un'intervista sugli accadimenti che hanno portato alle dimissioni dalla presidenza dell'Abi di Giuseppe Mussari, già presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e della banca omonima, dimissioni legate a due maxi operazioni in derivati tradottesi poi in perdite notevoli per la banca senese che già non naviga in acque tranquille.

Non avendo elementi sulle operazioni Alexandria e Santorini, cui se ne aggiunge un'altra che ha cercato di mettere una pezza alla prima con conseguenze altrettanto pesanti, ho gentilmente declinato l'offerta di pronunciarmi su cose che non conosco a fondo, al punto di non sapere se si tratta dei risultati di un'ispezione interna o di un'indagine giudiziaria.

Certo, le somme di cui si parla sono ingenti e quantificate da Panorama in 500 milioni di euro, ma i problemi del Monte dei Paschi di Siena e dell'omonima fondazione vengono da scelte di acquisizione altrettanto azzerdate, come la scelta di comprare Antonveneta per 9 miliardi di euro dal Santander che l'aveva pagata di meno con in più un istituto a medio termine venduto per un altro miliardo.

La borsa sta punendo ferocemente l'azione del Monte dei Paschi che nei giorni scorsi aveva quasi riagguantato la soglia dei 30 centesimi e oggi è a quota 24 con una perdita del 20 per cento in poche sedute.