lunedì 24 ottobre 2016

Una nuova iniziativa del Diario della crisi finanziaria


Da ieri e per diverse domeniche, il Diario della crisi finanziaria presenterà un'analisi ragionata delle cause profonde  e, in certi casi, pluridecennali della Tempesta Perfetta, la più grave finanziaria dal secondo dopoguerra, che imperversa pressoché ininterrottamente dal 9 agosto 2007, ma i cui chiari segni premonitori erano chiaramente avvertibili nel biennio precedente; la serie è intitolata: "L'amara lezione della Tempesta Perfetta" di cui ieri è uscita la prima parte. 

Una crisi epocale, secondo alcuni, e io sono tra questi, ancora più grave di quella del 1929 e dei quattordici anni di depressione che hanno fatto seguito al crollo dei listini azionari a stelle e strisce, cuna crisi che ha vissuto tre fasi nettamente distinte tra di loro, la prima tra il 2007 e il 2010, la seconda tra il 2011 e la prima metà del 2015, la terza, almeno per il momento, ha avuto origine  dalla seconda metà del 2015 ed è tuttora in corso, basandosi sulla bolla creditizia, su quella dei derivati e dei titoli più o meno tossici (voce che ricomprende anche le bolle speculative su materie prime più o meno energetiche, metalli preziosi e prodotti dell'agroalimentare), mentre in certe pari del globo persiste una bolla immobiliare, con l'aggravante del colosso dai piedi d'argilla cinese che queste bolle le presenta tutte, ma proprio tutte.

Per i lettori che non hanno la pazienza di aspettare di scoprire il/i colpevole/i al termine di un numero di domeniche, che anche io non so prevedere nel loro numero, rimando a due testi da me redatti, il primo dopo la grave crisi valutaria del settembre 1992, conclusasi con la cacciata della sterlina britannica e della lira italiana dal Sistema Monetario Europeo (dopo perdite "stupide" e in parte dettate dall'orgoglio nazionale per centinaia di miliardi, espresse in valori attuali di euro da parte della Bank of England e della Banca d'Italia e lo speculare arricchimento di George Soros e di quanti si misero sulla sua scia) e intitolato: "Accordi di cambio e speculazione: spunti per un nuovo approccio" in Rivista Bancaria-Minerva Bancaria n° 5 settembre-ottobre 1993, mentre il secondo è disponibile sia in video (se è ancora presente nell'archivio di flipnews.org) e nel volume "Finanziarizzazione dell'economia e crisi dei mercati: quali ricadute sociali", edito nel 2008 dalla UIL e contenente le relazioni all'omonimo Convegno svoltosi il 19 marzo del 2008 al Residence Ripetta di Roma ad opera dei professori Luigi Spaventa, Paolo Leon ed Elsa Fornero e la mia che, non essendo professore, vengo qualificato come economista, oltre alla introduzione e le conclusioni del segretario confederale che aveva organizzato il tutto, Antonio Foccillo.

Dalle visite che ho registrato ieri, direi che l'iniziativa sta incontrando il favore dei lettori, consapevoli, forse più di me, che, oltre all'aspetto cronachistico del Diario della crisi finanziaria, è assolutamente necessario avere un quadro di riferimento teorico che ci spieghi come mai è potuto accadere tutto questo!

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