sabato 5 gennaio 2008

Il mercato sembra scommettere sulla recessione

Mentre ero impegnato ad occuparmi dei risvolti giudiziari della crisi finanziaria sul mercato finanziario globale, i mercati stavano vivendo, su tutti i fusi orari, una giornata veramente drammatica e che conferma che il giro di boa tra il 2007 e l’anno in corso è destinato ad assumere una sua pregnanza ed a spazzare via i tentativi operati dalle banche centrali, dai governi e dalle stesse aziende coinvolte, tentativi mirati a drogare il mercato interbancario e quello finanziario più in generale, al fine di disinnescare la bomba rappresentata dal persistente sciopero degli investitori che continuano a ritrarsi dall’acquisto dei titoli della finanza strutturata.

Nonostante l’innesco dei sistemi frenanti a Wall Street (il disinnesco, cioé, dei sistemi automatici di contrattazione), e qualche disperato ma largamente inefficace intervento a sostegno dei corsi azionari, il Dow Jones ha perso il 2 per cento circa, mentre il Nasdaq Composite ha chiuso ad un passo da una perdita del 4 per cento (3,77) e il più compassato S&P 500 si è beccato un calo del 2,50 per cento circa, con volumi di scambi per tutti e tre gli indici che non si vedevano da tempo e mentre, come è ovvio, volavano i Treasury Bond, i cui rendimenti sfondavano decisamente verso il basso la soglia del 4 per cento.

Ovviamente, i pompieri del mercato e la vasta schiera dei giornalisti embedded hanno visto nel quasi inesistente aumento degli occupati e nel vero e proprio balzo in avanti del tasso di disoccupazione (giunto ad un rotondo 5 per cento) la causa dello sbandamento dei listini e della corsa verso l’unico reddito fisso direttamente garantito dal Tesoro degli USA, ma credo che tale spiegazione sia letteralmente scritta sull’acqua.

Sono due mesi, infatti, che la crescita dei nuovi occupati negli Stati Uniti era niente più che il saldo, peraltro decrescente, tra impieghi più o meno pubblici o legati a settori anticiclici quali la scuola e la sanità ed i dati negativi provenienti dal settore manifatturiero e da quello finanziario e, quindi, ciò che è accaduto ed i probabili segni meno dei prossimi mesi erano scritti da tempo nelle carte, così come era più che prevedibile il raggiungimento dell’importante soglia psicologica del 5 per cento per un tasso di disoccupazione che, peraltro, sarebbe di molto più elevato ove si considerassero gli oltre due milioni di detenuti e il più elevato numero di dropouts, di quei cittadini ormai ai margini del processo produttivo.

Se è piovuto sugli indici principali statunitensi, ben peggio, ovviamente, ha fatto il sotto indice che riguarda il settore finanziario, un settore dove ieri non si vedeva un segno più neanche a cercarlo con il lanternino e dove si moltiplicavano i casi di flessioni nell’ordine delle due cifre percentuali e con quasi tutte le banche e le entità finanziarie impegnate, spesso con successo, a segnare nuovi minimi delle ultime 52 settimane, mentre alcune di esse stanno giungendo a livelli talmente bassi da rendere problematico qualsiasi tentativo di bailout, termine inglese per indicare il più prosaico salvataggio.

E’ alquanto difficile prevedere quello che accadrà dalla settimana prossima, nella quale, a partire da martedì con Goldman Sachs, sono attesi i comunicati di diverse banche globali sui risultati del quarto trimestre e quelli sull’intero 2007, anche se le informazioni relative all’intero esercizio risentono della doppia velocità che ha caratterizzato l’anno che si è appena concluso.

Non diversa la scena sui mercati europei ed ancor meno differente l’esito della giornata per le banche poste sia al di qua che al di là della Manica, con flessioni di tutto rispetto che non fanno ben sperare per l’apertura delle contrattazioni di lunedì, a meno che la BCE rompa gli indugi e dagli interventi sulla liquidità interbancaria e sui cambi decida di passare direttamente ad operare sui mercati azionari, scenario, per fortuna, altamente improbabile, anche se un tempo avrei detto impossibile.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti dott Sarli, la leggo tutti i giorni. Le chiedo anche se mi può indicare una email alla quale contattarla. Mi può contattare a finance@congenio.it
Saluti