mercoledì 14 settembre 2016

Rifacciamo il punto sulla Tempesta Perfetta


Tante cose sono successe da quando, nel febbraio di questo anno di disgrazia 2016, ho iniziato a parlare della terza ondata della tempesta perfetta, quella che fa seguito al disastro della finanza più o meno strutturata iniziata il 4 agosto del 2007 ( ma della quale si erano avvertiti sinistri scricchiolii nei mesi precedenti e che nel giugno del 2006 avevano indotto il più famoso banchiere del pianeta, Henry "Hank" Paulson di Goldman Sachs a lasciare un lavoro da 100 milioni di dollari l'anno per diventare il ministro del Tesoro degli Stati Uniti d'America con una mission ben precisa che era quella di salvare l'industria finanziaria da interventi troppo drastici che, in effetti non ci sono poi stati), una fase che ha visto una vera e propria ecatombe di banche a finanziarie negli USA e nel resto del mondo e che ha visto il 4 agosto 2007 un blocco completo del mercato dell'EURIBOR, un mercato che ancor oggi è sostanzialmente fermo ed è sostanzialmente sostituito dalla attività della Banca Centrale Europea e una fase che vide lo scoppio quasi contemporaneo della bolla immobiliare, di quella dell'azionario e di quella del petrolio.

E' letteralmente impossibile quantificare i costi di questa prima fase della Tempesta Perfetta, perché mai si era vista , almeno in tempo di pace, una simile distruzione di ricchezza che nel solo settore immobiliare è pari a trilioni di miliardi di dollari, certo in molti casi solo sulla carta, ma con effetti molto concreti su milioni di famiglie americane e che poi ha contagiato anche l'Europa, mentre sono certe le svariate migliaia di miliardi spese dai governi di tutto il mondo per impedire fallimenti a catena della banche, per nazionalizzare Fannie Mae e Fannie Mac, almeno una banca britannica, per non parlare degli accolli di banche tecnicamente fallite imposti a banche in buona salute e per sottacere delle perdite degli azionisti che, nei soli Stati Uniti, hanno visto passare l'indice Dow Jones da valori superiori a 16 mila dollari a livelli anche inferiori ai 10 mila.

C'è una particolarità nella prima ondata della tempesta perfetta ed è data dal fatto che sia il mercato azionario a stelle e strisce che il prezzo del petrolio continuarono a crescere, e di molto, per molti mesi dopo l'inizio della più grave finanziaria dal secondo dopoguerra, e ,mentre dell'azionario ho detto, quella della corsa del prezzo del petrolio fino a 147 dollari al barile e successivo sprofondamento a 40 dollari è una storia che richiederebbe una trattazione a parte sulla capacità di quelle che un tempo erano chiamate le Big Five, le cinque ex Investment Banks statunitensi, poi falcidiate proprio dalla tempesta perfetta, di fare il bello e il cattivo tempo non solo sul mercato del petrolio e delle altre materie prime energetiche, ma un po' su tutto quello che viene trattato nei mercati regolamentati in tutto l'orbe terraqueo. 

Poi fu la volta della seconda fase, iniziata quattro anni più tardi e che è consentita sostanzialmente nello scoppio della bolla dell'obbligazionario, con particolare riferimento ai titoli rappresentativi del debito sovrano, una crisi che ha mietuto vittime al di là e al di qua dell'Oceano Atlantico, risparmiando i titoli di paesi come la Cina che saranno protagonisti della fase successiva della Tempesta Perfetta qualche anno più tardi, anche in questo caso le perdite, per chi non è riuscito a mantenere i titoli fino alla scadenza, sono state ingentissime, basti pensare al caso italiano che ha visto lo spread del BTP decennale nei confronti del Bund passare in quattro mesi da 100 a 575 punti base.

A proposito della terza fase della Tempesta perfetta, so benissimo che quando ho iniziato a parlarne le cose sembravano andare benissimo, ma delle bolle che allora avevo individuato e che erano rappresentate dall'azionario, con particolare riferimento alle banche e con focus articolare su quelle italiane, sul prezzo del petrolio e sulla Cina, almeno due, nonostante movimenti convulsi dei trader legati a Goldman Sachs e alla vasta flotta che vede Goldman come la sua stella polare, sono scoppiate e cioè le banche e  il prezzo del petrolio e sinistri scricchiolii si avvertono nell'azionario a stelle e strisce e nell'immobiliare di quel grande paese, mentre per quanto riguarda la bolla creditizia cinese io, insieme a non pochi analisti, sono placidamente seduto sulla riva del fiume!




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