giovedì 3 novembre 2016

Ritirata rovinosa di Corrado Passera da MPS

Nel giorno in cui la chiesa cattolica suole festeggiare tutti i Santi, sia quelli presenti, a volte in gruppo, nelle giornate di calendario, sia quelli che spazio proprio non lo hanno trovato, l'ex Chief Executive Officer di Intesa-San Paolo (quest'ultimo lo si festeggia il 29 giugno insieme all'amico-rivale Pietro), ex top manager di Mc Kinsey ed ex ministro della Repubblica italiana nel poco tecnico e molto politico gabinetto dell'allora neo senatore a vita Mario Monti, insomma Corrado Passera ha sbattuto clamorosamente la porta in faccia ad un poco sorpreso Marco Morelli, attuale CEO di Montepaschi, di cui era stato direttore finanziario, ma anche ex dipendente di J.P. Morgan-Chase ed ex numero uno esecutivo di Bank of America-Merrill Linch Italia, due uomini che, invece di normali biglietti da visita, presentano ai loro altolocati interlocutori un lenzuolo in grado di contenere il loro curriculum vitae.

Non ho dimenticato i trascorsi da top manager di Corrado Pasera nella Olivetti di proprietà non più del suo mitico fondatore Adriano, ma poi finite nelle grinfie del capitano d'industria, Carlo De Benedetti e del fratello di questi, Franco, che però di cognome fa Debenedetti, cognome originario della facoltosa famiglia che riparò in Svizzera ai tempi delle persecuzioni naziste contro le persone di religione ebraica, entrambi condannati in primo grado a pene pesantissime per la vicenda dell'amianto, processo nel quale Corrado è stato, ne sono felice per lui, assolto, anche perché, pur essendo direttore generale, veniva tenuto all'oscuro delle questioni più importanti fai due potenti fratelli. Con grande lungimiranza, Carlo ha preso da almeno dieci anni la cittadinanza svizzera e continua, dal ponte di comando del suo grande gruppo editoriale a duellare con il nemico di sempre, Silvio Berlusconi di cui ha sottolineato le tante disavventure giudiziarie, finendo per subire una condanna ampiamente superiore a quella che ha portato si servizi sociali e alla decadenza dal Senato del suo acerrimo rivale.

Così come non ho dimenticato il suo ruolo nella tragicomica vicenda della tecnicamente strafallita Alitalia, compagnia di bandiera del nostro Paese, che, regnante Prodi, riceve un'offerta di acquisto della Air France-KLM cui è già legata da accordi commerciali, un'offerta condizionata ad un rigoroso piano di risanamento e che, dopo un lungo negoziato (si veda la puntata del Diario della crisi dal titolo "Quel che è meglio per l'Alitalia, quel che è meglio per l'Italia") venne accettato da tutte e nove le sigle sindacali presenti in Alitalia.

Ma, come tutti o quasi ricorderanno, a giochi oramai conclusi, intervenne a gamba tesa Silvio Berlusconi che affida il compito di formare una cordata alternativa proprio a Corrado Passera che accetta l'incarico, rendendo così endemico il mal di testa del Prof. Bazoli suo presidente e ormai separato in casa, e forma la cordata dei "capitani coraggiosi" (sic) che con grande ardimento, con l'appoggio del nuovo Governo Berlusconi, delle banche, della stampa (ignoro la posizione del vaticano, ma non penso che il Papa dell'epoca fosse contrario) degli assegni staccati a piè di lista da Pantalone, si lanciarono, capitanati da Colaninno Senior, in questa nuova avventura finita ignominiosamente qualche anno più tardi con la svendita ad Ethiad, compagnia araba che ha ha avuto la possibilità di fare un'altra potatura dei costi aziendali, personale di terra e di volo ovviamente inclusi.

Mi scuso per la lunga digressione (un amico mi diceva che sono spesso più lunghe dello spazio dedicato alla headline della puntata e ha, ovviamente ragione), ma seria inquadrare il personaggio che, a fine luglio e mentre Fabrizio Viola suda le proverbiali sette camicie per realizzare un maxi aumento di capitale da 5 miliardi e pulire il bilancio della banca senese una volta per tutte e in un colpo solo da 27 e rotti miliardi di euro di sofferenze lorde (divenute ora quasi 29 miliardi), si presenta a Rocca Salimbeni con quattro paginette quattro nelle quali, a suo dire, è contenuta la formula magica per risolvere tutte le ambasce del Monte dei Paschi di Siena.

Viola è davvero indaffarato e poi non passa per essere un diplomatico e si decide che a ricevere l'augusto personaggio auto invitatosi provvederà il presidente, Massimo Tononi, che, anche per il suo passato (e credo futuro) nella potente ma ancor più preveggente Goldman Sachs, prende in carico l'opera di ingegno di Corrado e promette di esaminarla con la dovuta attenzione, impegnandosi anche a sottoporla al Consiglio di Amministrazione, lo steso cui Viola presenterà il suo piano "o la va o la spacca", CdA che, ovviamente non ha tempo da perdere con le trovate di Passera e che si accontenta di quattro parole quattro pronunciate da Tononi che si è sobbarcato l'immane fati di leggere il "lungo" Executive Summary di CP.

Passata l'estate e consumato, con la sapiente regia di Jamie Dimon potente CEO di J.P. Morgan-Chase, il sanguinoso cambio della guardia a Rocca Salimbeni, a maneggiare la patata bollente del piano di Passera ci penserà il nuovo CEO, Marco Morelli che, presentando il 24 ottobre il suo piano industriale dirà che tutti gli investitoti di peso, inclusi quelli cui parla Passera, avranno accesso alla data room che sarà allestita al più presto, ma è qui che Corrado perde la pazienza e lascia la partita sbattendo la porta che, trattandosi di una rocca medievale è piuttosto un portone.

Il problema, come sottolinea con forza Morelli è rappresentato dal fatto che, pur sollecitato, Corrado si rifiuta di svelare l'identità degli investitori istituzionali interessati a partecipare per ben due miliardi di euro all'aumento di capitale di Montepaschi, condizione posta dalla banca senese per concedere l'accesso ad una data room che assomiglia sempre di più ad una due diligente, ma questa è solo una parte e non la più importante della storia, perché, dopo aver fatto trapelare l'intenzione di garantire in tutto o in larga parte l'aumento di capitale di MPS, il successore di Passera alla carica di CEO di Intesa-San Paolo, Carlo Messina, rischia di trasformarsi nella testa di ariete di una operazione concertata tra la prima banca italiana e la potentissima Cassa Depositi e Prestiti che potrebbe porte anche ad una fusione per incorporazione della banca senese in quella con sede in Milano, il tutto con la benedizione entusiastica del Governo e grazie all'appoggio più o meno convinto della già menzionata CDP.

Non si ha il curriculum lenzuolare di Corrado Passeraa se non si ha la capacità di capire quando è l'ora di attaccare e quando è, invece, quella di battere in ritirata accusando sempre l'altro della propria decisione, ed è esattamente quello che il Signor ex tutto ha deciso di fare ieri, ma quello che mi chiedo è il motivo del suo timore sacro a confrontarsi con l'avvocato più noto di Brescia e cioè Giovanni Bazoli!

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Sono spiacente di informare i lettori del Diario della crisi finanziaria che le prossime puntate sulle basi teoriche e motivazionali della nascita di questo blog e apparse a cadenza settimanale con il titolo "L'amara lezione della Tempesta Perfetta" sono sospese, in quanto è in preparazione un mio libro sullo stesso argomento. Ringrazio comunque le centinaia di visitatori del blog che hanno visitato le prime due puntate che restano ovviamente consultabili nel sito.


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