giovedì 25 giugno 2009

La BCE cala un asso da oltre 440 miliardi!


Con una mossa senza precedenti per dimensione e duration dell’operazione, la Banca Centrale Europea ha immesso liquidità a un anno per oltre 440 miliardi di euro a favore delle banche operanti nell’area europea cui è stato, peraltro consentito di utilizzare come garanzia anche i titoli più o meno tossici della finanza strutturata che, in misura imprecisata, ancora sono presenti al di sopra o al di sotto della linea dei loro bilanci.

Pur trattandosi di una decisione in qualche modo preannunciata dallo stesso Trichet sin dal mese di maggio, non vi è dubbio che la stessa e le altre misure non convenzionali che seguiranno si inseriscono appieno nella sempre più aspra dialettica in corso tra i ministri finanziari e l’istituto di Francoforte sulle misure più appropriate per consentire un ritorno alla normalità nell’offerta di credito, una diatriba che vede gli alquanto neotemplari membri del Board della BCE chiedere ai governi di porre termine al deficit spendine e, anzi, a provvedere al più presto all’elaborazione di piani di rientro dai rapporti eccessivi raggiunti deficit/PIL e che si sono già tradotti e ancor più si tradurranno in veri e propri balzi in avanti del rapporto tra debito pubblico e PIL.

A difesa della posizione della BCE, è ieri intervenuto il membro italiano, Lorenzo Bini Smaghi, che ha cercato di riaffermare il primato dell’istituto erede dello ‘spirito della Bundesbank’ nelle questioni che riguardano il settore creditizio e finanziario nell’area dell’euro e anche nei prossimi dintorni, una posizione che mal si concilia con quella espressa pressoché in contemporanea dal per la terza volta ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, che ha in sostanza detto che l’attività bancaria è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai banchieri, volutamente non distinguendo tra i banchieri ordinari e quelli centrali!

Serbando esatta memoria di quanto accadde il 9 agosto del 2007, quando un oscuro dirigente della BCE, lasciato solo dia membri del Board tutti in vacanza, si trovò a prendere la decisione della sua vita, inondando i congelati mercati interbancari con un getto di liquidità di una volta e mezzo superiore a quello irrorato alla riapertura dei mercati dopo l’11 settembre 2001, confesso che ieri più di un brivido mi è corso per la schiena leggendo il dispaccio di agenzia che comunicava che una somma poco meno che doppia, ma di durata quadrupla, veniva concessa alle banche europee convalescenti per le infreddature prese nel corso dei poco meno di ventitré mesi di tempesta perfetta, nonché per il fatto che il tutto si verifica quando si cominciano a sentire i primi effetti della nuova ondata che sta mettendo seriamente a rischio la corsa dell’orso iniziata dopo i minimi segnati nell’orribile mese di marzo dell’anno di disgrazia 2009.

Nel frattempo, sulla piazza newyorkese, andava in scena una nuova edizione di ‘Così è se vi pare’, protagonisti assoluti il secondo balzo in avanti dei beni durevoli in maggio che non so se sono gli stessi che stanno facendo la fortuna di un sito internet di aste cui si rivolgono quanti continuano a produrre per inerzia senza avere ordini in portafoglio e l’ennesimo tonfo delle vendite di case nuove di zecca, che sono calate, sempre nel mese di maggio e pur in presenza della ennesima e radicale revisione del dato relativo al mese precedente, con il risultato che, a livello peraltro annualizzato, di case nuove se ne vendono 442 mila (cioè meno di 37 mila nel mese in questione), mentre quando si era al picco del boom edilizio, e cioè nei primi mesi del 2006, di case nuove se ne vendevano oltre un milione, anche se questo non deve stupire se si pensa che è possibile acquistare una bella casa appena usata ad un prezzo mediano di oltre un quinto inferiore a quello che gli esosi e alquanto disperati costruttori chiedono per una casa appena realizzata!