Interrompo l'illustrazione delle cause profonde della nuova fase della tempesta perfetta perché è davvero preoccupante quello che è successo ieri nel colosso tedesco Deutsche Bank, una delle poche banche europee a rivaleggiare con quelle statunitensi nella produzione di titoli tossici e di certo la più multata proprio per il suo attivismo in queste spericolate attività.
Infatti, dopo aver perso il 40 per cento circa di capitalizzazione di borsa nelle prime settimane di questo orribile 2016, il neo amministratore delegato del gruppo ha annunciato di avere i soldi, un miliardo di euro, per pagare gli interessi sulle obbligazioni subordinate per il 2016 e che dovrebbe avere anche quelli necessari alla stessa bisogna per il 2017, sempre che i risultati di bilancio dell'anno in corso vadano secondo le previsioni.
Non è proprio un bel segnale quando il numero uno di una banca si vede costretto ad annunciare coram populo che è in grado di far fronte ai suoi impegni, fatto sta che il mercato gli ha creduto e ieri il titolo è volato in borsa, grazie anche all'aperto sostegno dell'arcigno ministro delle finanze teutonico, lo stesso che negli schemi europei di salvataggio delle banche ha privilegiato i titoli tossici a scapito delle banali sofferenze.
Ma la vera notizia di ieri, oltre alla provvidenziale vendita della affiliata banca cinese, è stata la decisione di chiudere/cedere le due branche dell'investment banking proprio quelle che con le loro fabbriche prodotto hanno determinato in questi anni davvero turbolenti la maggior parte degli utili della banca globale ma anche la quasi totalità delle multe miliardarie!
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