venerdì 24 giugno 2011

La Grecia è salva?

Mentre il Consiglio europeo dava il via libera alla nomina dell’italiano Mario Draghi alla presidenza della Banca Centrale Europea a partire dal novembre di quest’anno, la Grecia trovava l’accordo sul piano di aiuti condizionato dall’adozione, entro la fine di questo mese, di un piano di austerità triennale per 28,5 miliardi di euro, una notizia che scongiura il default greco e rasserena l’intera eurozona.

I tempi per l’adozione delle misure da parte del governo greco sono molto stretti ma è evidente che non vi sono alternative e, quindi, è difficile che ostacoli si frappongano all’approvazione del decreto.


giovedì 23 giugno 2011

La Fed certifica il rallentamento della ripresa USA!

Potrei ripetere tale e quale la puntata con la quale ci siamo lasciati dieci giorni fa, in quanto la Federal Reserve ha maggiormente esplicitato il giudizio di crescita rallentata già espresso nel Beige Book, anche se ha condito questa analisi del presente con vaghe speranze di ripresa futura, speranze che hanno consentito un recupero dei prezzi del petrolio ieri già abortito con i ribassi di oggi, con il prezzo del barile in riduzione dell’1,67 per cento.

I listini azionari statunitensi hanno meglio interpretato il messaggio di Bernspan e il Dow Jones si è riportato nella parte bassissima dell’area dei 12 mila punti, anche se sarà interessante vedere l’andamento dell’indice nel pomeriggio.

lunedì 13 giugno 2011

Tanto tuonò che piovve!

Il titolo di questa puntata del Diario della crisi finanziaria esprime bene quello che è accaduto venerdì al Dow Jones che è scivolato, seppur di poco nell’area degli 11 mila punti, sfondando verso il basso, come minacciava di fare da diverse sedute, la soglia psicologica dei 12 mila punti, un movimento ribassista che ha determinato la sesta perdita settimanale, valori del venerdì inferiori a quelli di apertura della settimana, un altro dato psicologico che sta influenzando negativamente l’umore degli investitori.

Come ho detto nelle due puntate dedicate alla fine sempre più probabile della corsa dell’orso, le notizie che verranno diffuse nei prossimi giorni e nelle prossime settimane chiariranno se, come ha sostenuto la Fed, la ripresa si è sostanzialmente fermata negli USA.

venerdì 10 giugno 2011

Per la Fed l'economia USA è in stallo!


Come scrivevo nella puntata di ieri del Diario della crisi finanziaria, si era in attesa di notizie per capire il vero stato di salute dell’economia statunitense e un responso è arrivato dal Beige Book della Federal Reserve che ha stabilito, per la prima volta nel 2011, che quattro distretti dei dodici considerati sono andati indietro invece che progredire e si tratta di distretti di tutto rispetto quali quello di New York, di Filadelfia, di Chicago e Atlanta.

Sebbene gli altri distretti siano cresciuti, e in maniera vigorosa quello di Dallas, il giudizio della Fed è che da metà aprile l’economia statunitense è in una situazione di stallo, giudizio confermato dalle parole dello stesso Bernspan che vede la crescita come incostante e esasperatamente lenta, parole che non hanno fatto bene alle borse che continuano il trend negativo.


giovedì 9 giugno 2011

L'Opec da slancio al petrolio!

Su un mercato azionario statunitense orientato verso il basso è caduta la notizia che l’OPEC ha deciso di lasciare invariati i livelli di produzione, il che ha sospinto il prezzo del greggio di nuovo sopra i 100 dollari, anche se i livelli delle scorse settimane continuano ad essere lontani e forse non si rivedranno per il rallentamento della crescita un po’ ovunque nel mondo.

Ieri i tre indici continuavano a segnare valori in rosso, con il solo Dow Jones che oscillava seppur di poco intorno al livello della parità, ma staremo a vedere quello che accadrà nei prossimi giorni, sia in Europa per la perdurante crisi del debito pubblico greco, sia negli Stati Uniti dove si aspetta di capire qualcosa dalle prossime notizie.


mercoledì 8 giugno 2011

Si è fermata la corsa dell'orso? (2)


Dietro il calo dei listini statunitensi vi sono diverse componenti, non esclusa la crisi del debito in corso in alcuni paesi dell’area dell’euro, in primis l’insoddisfacente andamento del Non Farm Payrolls e la risalita per due mesi consecutivi del tasso di disoccupazione, ora al 9,1 per cento, dati che, insieme alla situazione tutt’altro che soddisfacente del mercato immobiliare, rafforzano i timori sulla lunghezza della crisi finanziaria e non a caso ad essere colpite sono le azioni delle grandi banche statunitensi che fanno compagnia ai colossi dell’energia da quando il prezzo del petrolio è calato di un buon 15 per cento rispetto al massimo di fase posto intorno ai 114 dollari al barile.

Ieri i listini europei e il principale indice giapponese sono andati in controtendenza rispetto alla chiusura di lunedì di Wall Street, seppure non con valori percentuali entusiasmanti, ma entrambe le aree economiche hanno rilevanti problemi da risolvere e difficilmente possono restare immuni al sentimento che sta influenzando gli investitori a stelle e strisce.

martedì 7 giugno 2011

Si è fermata la corsa dell'orso?

Devo dire francamente nei mesi scorsi ho sperato che nessuno si ricordasse delle numerose puntate nelle quali definivo quello dei tre principali indici azionari statunitensi la corsa dell’orso, o, in altre occasioni, del rimbalzo del coniglio morto quando viene gettato a terra, due immagini che non sembravano gran che veritiere quando il Dow Jones ha iniziato a occhieggiare all’area degli 11 mila punti e anche il Nasdaq (mercato di cui è stato presidente un finanziere chiamato a scontare una pena di 150 anni) e lo Standard & Poor’s 500 veleggiavano in acque ben più tranquille di quelle dell’inverno del 2009.

Ora che il vento sta cambiando e il Dow Jones sembra avviarsi a testare verso il basso la soglia posta a 10 mila punti, si potrà sempre dire che vi sono stati grandi guadagni per chi ha scommesso sulla corsa dell’orso, ma credo che quella che si sta aprendo sia una fase di colpo di coda della tempesta perfetta!

lunedì 6 giugno 2011

brutte notizie dagli States!

Ho tralasciato di seguire venerdì scorso le notizie provenienti dalle due sponde dell’Oceano Atlantico, ma appena ho rivisitato le pagine specializzate ho avuto la netta sensazione che il vento sta cambiando e non solo in un Europa afflitta dal grosso problema della Grecia, per non parlare del Portogallo e dell’Irlanda, ma anche negli Stati Uniti d’America che erano reduci da tre mesi di notizie relativamente buone sul fronte dell’occupazione e che sono stati colpiti da un fiacchissimo Non Farm Payrolls per il mese di maggio e da un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione che è passato dal 9,0 al 9,1 per cento.

I dati di consenso degli analisti vedevano una crescita netta delle buste paga tra i 160 mila e i 200 mila, mentre il tasso di disoccupazione era visto stabile al 9 per cento, ma ha deluso anche il settore privato che ha visto una crescita degli occupati di poco più di 80 mila unità contro previsioni di 200 mila!


venerdì 3 giugno 2011

Il testamento morale di Super Mario!



Mentre il mercato scommette su una soluzione positiva della questione degli aiuti internazionali alla Grecia, aiuti che potrebbero scongiurare una ristrutturazione del debito pubblico di quel paese, il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha letto le sue ultime considerazioni finali, visto che il 24 giugno prossimo sarà designato Presidente della Banca Centrale Europea al posto di Trichet.

Si è trattato di una sorta di testamento morale rivolto al Governo che c’è e a quelli che verranno, una serie di ammonimenti volti ad assumere provvedimenti che rilancino la crescita garantendo al contempo il rigore nei conti pubblici, tagliando gli sprechi e riducendo le inefficienze, riducendo le tasse su lavoro e imprese, ma combattendo a fondo l’evasione fiscale e contributiva.

Super Mario sa benissimo che l’attuale maggioranza non ha né la coesione né i numeri per affrontare questo arduo compito, ma non si esime dal tracciare la rotta per i naviganti attuali e futuri.




mercoledì 1 giugno 2011

Terremoto, tsunami e tempesta perfetta! (6)


Dopo un disastroso calo del 15,5 per cento in marzo, la produzione industriale giapponese è cresciuta dell’1 per cento in aprile rispetto al dato del mese precedente, mentre il tasso di disoccupazione è cresciuto per la prima volta negli ultimi sei mesi, passando dal 4,6 al 4,7 per cento, due segnali inequivocabili di quanto sia difficile uscire dallo stato di emergenza determinato dal terremoto e dallo tsunami, per non parlare delle ricadute, non solo di quelle radioattive, del disastro della centrale di Fukushima (anche se di questa non si parla più da qualche tempo, anche se le cose non devono andare gran che bene se la Germania ha annunciato la completa uscita dal nucleare entro il 2022).

L’output del settore automobilistico è calato in aprile del 60 per cento, anche se gli esperti prevedono un rialzo consistente in maggio e giugno, mentre, sul fronte dell’occupazione, il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio ha perso in aprile 390 mila addetti su base annua, mentre quello degli hotel e dei ristoranti ne ha persi 30 mila.