mercoledì 3 aprile 2013

Vivere pericolosamente sull'orlo del deficit


La decisione presa d'intesa tra il governo Monti dimissionario e le aule di Camera e Senato di ripagare almeno una parte dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese ha fatto salire il rapporto deficit/pil previsto per il 2013 dal 2,4 al 2,9 per cento, livello pericolosamente vicino a quel limite del 3 per cento previsto dai trattati europei e tutto questo proprio quando si sta per concludere la procedura di infrazione nella quale siamo coinvolti da alcuni anni.

Non sfugge a nessuno che, quando il Consiglio dei ministri di oggi si sarà concluso, al futuro governo, prima o poi se ne farà uno, non resteranno margini di manovra per una qualsivoglia forma di politica economica, o meglio che ogni misura di spesa che verrà decisa dovrà essere bilanciata da corrispettive misure in entrata.

Il problema ulteriore sta nel fatto che essendo quello deficit/pil un rapporto tutto dipenderà da quanto morderà la recessione nel nostro paese nel 2013, anche perché tutte le previsioni sin qui fatte dal governo sono risultate sballate!

venerdì 22 marzo 2013

La crisi di Cipro non trova soluzione


Sono trascorsi alcuni giorni da quando è scoppiata la crisi di Cipro, o meglio, da quando è stato bocciato dal parlamento dell'isola il piano che prevedeva un prelievo forzoso sui conti correnti dei residenti e dei non residenti, in maggioranza magnati russi, e il ministro delle finane è stato spedito a Mosca per cercare aiuti finanziari.

La missione è miseramente fallita e il ministro sta tornando precipitosamente in patria dove incombe lo spettro del fallimento su una o due delle maggiori banche dell'isola e mentre la Banca Centrale Europea ha chiarito che la liquidità addizionale fornita al sistema cipriota sarà garantita solo fino a lunedì.

Mentre le agenzie di rating si dilettano a sparare sulla croce rossa, il parlamento cipriota è chiamato ad approvare un alquanto improbabile piano b che consiste nella creazione di un fondo di solidarietà con al centro beni delllo Stato e della chiesa e asset di alcuni fondi pensioni, un fondo che metterebbe bond non assimilabili a quelli statali.

Sul piano è chiamata a pronunciarsi la troika che dovrà valutare se è qualitattivamente e quantitativamente sufficiente a garantire il finanziamento da 10 miliardi di euro subordinato appunto a queste misure. E' anche prevista una ristrutturazione del sistema bancario cipriota con misure ancora alquanto oscure.

lunedì 18 marzo 2013

La crisi di Cipro affossa i mercati


La decisione dell'Unione europea di dare un via libera condizionato al piano di aiuti per Cipro ha avuto un effetto depressivo sui mercati europei già condizionati dalla pessima apertura di settimana del mercato di Tokyo, in particolare sul mercato italiano che aperto in rosso per quasi tre punti percentuali, mentre lo spread vola di venti punti base circa rispetto alla chiusura di venerdì.

Quello che più colpisce nel piano UE per Cipro è la previsione di un prelievo forzoso sui depositi bancari nella misura del 6,75 per cento per i depositi fino a 100 mila euro e del 9,9 per cento per quelli di importo superiore a tale soglia, una misura che fa impallidire quella disoposta nel 1992 dal governo Amato che impose il 6 per mille ossia lo 0,6 per cento.

Le borse hanno nel frattempo recuperato qualcosa, mentre lo spread rimane vicino ai 330 punti base anche per un vistoso ridimensionamento del rendimento dei Bund tedeschi, passato da 1,77 punti percentuali a 1,38.

lunedì 11 marzo 2013

Fitch's boccia l'Italia


Immancabile come le sciagure previste, è arrivato venerdì sera, a mercati chiusi, il giudizio sull'Italia della più piccola tra le agenzie di rating, Fitch's che ha degradato di due gradini la sua valutazione da A- a BBB+ con outlook negativo, a causa della recessione sempre più profonda dell'economia italiana e dell'esito inconcludente delle recenti elezioni politiche.

Sul secondo degli aspetti non mi soffermo se non per rinviare a quanto scritto nelle ultime due puntate del diario della crisi finanziaria, ma ritengo che sulla recessione in corso da diversi trimestri ci sia ben poco da dire, perché è lì sotto gli occhi di tutti.

Oggi tutti si aspettavano sfracelli sui mercati, con l'azionario destinato a ripetere la performance negativa del giorno successivo alle elezioni, mentre lo spread veniva visto schizzare verso l'alto, mentre in realtà la borsa di Milano perde introno al punto percentuale e lo spread è a 315 più per una riduzione dei rendimenti del decennale tedesco che per un peggioramento di quello del decennale italiano. Ovviamente, da ora alla chiusura le cose possono peggiorare, ma per ora la situazione è questa.

mercoledì 6 marzo 2013

Prepariamoci al voto anticipato!


Il mio amico Virgilio Violo, presidente dell'associazione dei giornalisti free lance, è convinto che io sia realmente in grado di prevedere le cose sia con riferimento allo scenario economico che a quello politico, ma io sono giorni, dal 25 febbraio, che sono perseguitato dalla previsione di un voto politico anticipato legato alla difficoltà di formare un governo che abbia i numeri sia alla camera che al Senato.

Purtroppo, la riunione di oggi della direzione del partito democratico e le prime reazioni negative del movimento cinquestelle mi confermano in questa sensazione e non so proprio quale cilindro potrà tirare fuori dal cappello Giorgio Napolitano.

Ho scritto questa breve puntata solo per liberarmi da questa ossessione e spero proprio di sbagliarmi, anche perché è difficile immaginare l'esistenza di oltre 900 neodeputati e neosenatori votati al sacrificio e al più grosso scambio di certo per incerto che la storia ricordi.


martedì 5 marzo 2013

Uno strano risultato elettorale


Ho dedicato tre puntate del diario della crisi finanziaria alla strana calma che ha preceduto una delle più delicate tornate elettorali della storia repubblicana, con i mercati che non punivano in maniera severa l'azionario, né mandavano alle stelle lo spread, pur non essendo prevedibile che dalle urne uscisse un chiaro segnale di governabilità.

Ma quello che è ancora più strano è quello che sta accadendo a risultati ormai noti, con una chiara situazione di ingovernabilità dovuta al fatto che il partito democratico ha guadagnato di un soffio il prenio di maggioranza alla camera, ma ha fallito l'obiettivo della maggioranza al senato, con 123 senatori rispetto ai 160 necessari.

Ad aumentare la confusione sta il successo del popolo delle libertà che ha insidiato fino all'ultimo la primazia del pd alla camera e ha portato a casa 117 senatori, lasciandone 54 al movimento cinquestelle e 19 alla coalizione di Mario Monti.

A parole, nessuno vuole allearsi con nessuno, ma qualcuno lo farà, almeno questo pensano i mercati che oggi stanno andando molto bene.


venerdì 22 febbraio 2013

Una vigilia elettorale più normale


Nelle ultime due puntate mi chiedevo i motivi della relativa tranquillità dei mercati nei confronti di una tornata elettorale dagli esiti tutt'altro che scontati e ieri è sembrato che qualcosa cambiasse con l'indice principale della borsa di Milano in calo di tre punti percentuali e lo spread minacciosamente tornato a 290 punti base a un passo dalla importante soglia psicologica dei 300 punti, scivolone favorito da un miglioramento del rendimento del decennale tedesco tornato sotto la soglia dell'1,60 per cento.

Guardando l'andamento dei mercati questa mattina, ho visto un rimbalzo del FTSE Mib 40 di oltre l'uno per cento e un recupero del differenziale verso la soglia dei 280 punti, pur in presenza di un rendimento del Bund che oscilla di poco intorno all'1,60 per cento.

Pericolo scongiurato? E' presto per dirlo, anche perché la giornata e lunga e c'è ancora lunedì per esercitarsi nel tiro al piattello, ma non vi è dubbio che non è ancora iniziato l'assalto della speculazione a tutto quanto sventola la bandierina tricolore.

martedì 19 febbraio 2013

Una strana vigilia elettorale (2)


Come scrivevo qualche giorno fa, vi è una strana atmosfera su queste elezioni che si terranno oramai tra pochissimi giorni, per la precisione domenica e lunedì prossimi, con il mercato che non fa sfracelli e si maniene nel range dei 16 mila punti il FTSE MIB 40, mentre lo spread si mantiene agevolmente intorno ai 275 punti base.

Eppure la distanza tra le ricette economiche dei tre principali schieramenti è molto ampia e, in particolare nel caso del centro-destra, siamo a proposizioni che, ove attuate, potrebbero portare i conti pubblici fuori controllo, per non considerare quello che non viene detto ma lasciato chiaramente intuire e che rappresenta musica per i contribuenti non proprio corretti.

Una spiegazione della tranquillità dei mercati potrebbe essere data dal possibile stallo al Senato che costringerebbe ad una riedizione della grande coalizione sperimentata l'anno passato e che porterebbe alla caduta delle proposte più estreme.

mercoledì 13 febbraio 2013

Una strana vigilia elettorale


Mentre siamo a poco più di due settimane dal voto per le elezioni politiche e per il rinnovo di tre consigli elettorali, la borsa sembra muoversi in acque abbastanza tranquille e lo spread tra BTP decennali e Bund di pari durata è tornato abbondantemente sotto la soglia psicologica dei 300 punti base e sotto la stessa soglia Monti posta a 287 punti.

Certo, sullo spread pesa l'appesantimento dei rendimenti dei titoli tedeschi, ormai inchiodato all'1,70 per cento, ma quello che colpisce è l'assenza delle vendite allo scoperto e la presenza di compratori che sembrano non farsi troppo spaventare dalle tensioni politiche.

Eppure, il leader del centro destra, Silvio Berlusconi, sembra avere oramai promesso di tutto e di più in campo fiscale, l'abolizione dell'Imu sulla prima casa e la restituzione di quanto pagato a tale titolo nel 2012, un condono fiscale tombale e l'amnistia per quanti hanno conti in sospeso con Equitalia, roba dall'impatto sociale devastante e da quello economico prudenzialmente cifrabile in decine di miliardi di euro, per non parlare dei maxi scandali che si ripetono a frequenza quasi settimanale.

mercoledì 6 febbraio 2013

Obama fa causa a Standard & Poor's


E' stata annunciata, anche se verrà formalizzata tra sette giorni, un'azione legale dell'amministrazione Obama contro l'agenzia di rating Standard & Poor's per richiedere 5 miliari di dollari di danni per valutazioni esagerate di mutui subprime che poi furono alla base dell'innesco della tempesta perfetta nell'eestate del 2007.

L'azione sarà sia a livello federale che di singoli stati dell'Unione ed è il frutto dei lavori dell'apposita commissione che ha indagato sulle cause della crisi finanziaria, un lavoro che si è avvalso dell'operato di diversi procuratori, uno dei quali è stato promosso a presidente della Securities & Exchange Commission (Sec).

I lavori della commissione hanno messo in risalto le responsabilità di tutte e tre le principali agenzie di rating, incluse quindi anche Moody's e Fitch's, ma l'azione legale per ora è limitata alla sola S&P's che, ovviamente, nega tutti gli addebiti, se non quello di non aver previsto la tempesta finanziaria in arrivo.

Sarà uno scontro titanico quello che si svolgerà nelle aule di tribunale, anche se pare che il materiale di prova sia accurato e in grado di mettere in difficoltà la difesa dell'agenzia.

martedì 5 febbraio 2013

La campagna elettorale affonda i mercati


Le grida berlusconiane nella campagna elettorale e lo scandalo che coinvolge il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoi, hanno fatto vivere ai mercati europei una giornata come non si ricordava da diversi mesi, la borsa di Milano è stata la peggiore in Europa con una flessione del 4,5 per cento, mentre lo spread tra BTP e Bund si è avvicinato alla quota indicata come desiderabile da Mario Monti, 287 punti base.

Delle due proposte avanzate da Silvio Berlusconi, quella destinata a rimanere in pista è la restituzione dell'Imu sulle prime case, per un costo di 4 miliardi di euro, mentre quella sul condono per quanti hanno conti in sospeso con Equitalia è stata affondata oggi dal principale alleato del Pdl, la Lega che, per bocca di Maroni, l'ha giudicata impraticabile e non desiderabile.

Basterà la proposta sull'Imu ad accorciare le distanze tra i due schieramenti? Da sola non basterebbe, ma il messaggio implicito lanciato da Berlusconi al vasto popolo degli evasori ed elusori fiscali potrebbe fare la differenza in un paese come l'Italia che ha visto il numero dei lavoratori autonomi superare quello dei lavoratori dipendenti.

Rinvio i lettori alla lettura di Le conseguenze economiche di Silvio Berlusconi per un quadro più analitico delle forze in campo.

venerdì 1 febbraio 2013

Il rafforzamento dell'euro


Lasciando la questione del Monte dei Paschi di Siena alle cronache giudiziarie e alle polemiche politiche, vorrei concentrarmi su due fenomeni che stanno rendendo attrattiva l'area europea: il rafforzamento dell'euro nei confronti del dollaro statunitense e la maggiore convergenza tra i rendimenti dei titoli di stato dei paesi dell'area core dell'euro, Germania in testa, e quelli dei paesi sino ad ieri massacrati dalla speculazione internazionale.

Si tratta in realtà di due facce della stessa medaglia, in quanto i maggiori acquisti di titoli di stato da parte di soggetti extraeuropei richiede la conversione in euro di ingenti quantità di capitali e questo a sua volta determina un rafforzamento della divisa unica europea nei confronti delle valute degli acquirenti.

Ovviamente per extraeuropei intendo i capitali dei paesi esterni all'area dell'euro, come, ad esempio, anche la sterlina inglese, flussi di capitali legati alla logica della diversificazione che si erano rarefatti nei mesi e negli anni scorsi, a partire, in particolare, dall'estate del 2011.

Il bund tedesco a dieci anni mostra una grande resistenza a superare, in termini di tendimento, la soglia degli 1,70 punti percentuali, ma la tendenza, salvo sorprese, è quella di testare, in tempi non molto remoti, la soglia del 2 per cento.

giovedì 24 gennaio 2013

Due o tre cose che so del Monte dei Paschi


Sono stato richiesto ieri di un'intervista sugli accadimenti che hanno portato alle dimissioni dalla presidenza dell'Abi di Giuseppe Mussari, già presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e della banca omonima, dimissioni legate a due maxi operazioni in derivati tradottesi poi in perdite notevoli per la banca senese che già non naviga in acque tranquille.

Non avendo elementi sulle operazioni Alexandria e Santorini, cui se ne aggiunge un'altra che ha cercato di mettere una pezza alla prima con conseguenze altrettanto pesanti, ho gentilmente declinato l'offerta di pronunciarmi su cose che non conosco a fondo, al punto di non sapere se si tratta dei risultati di un'ispezione interna o di un'indagine giudiziaria.

Certo, le somme di cui si parla sono ingenti e quantificate da Panorama in 500 milioni di euro, ma i problemi del Monte dei Paschi di Siena e dell'omonima fondazione vengono da scelte di acquisizione altrettanto azzerdate, come la scelta di comprare Antonveneta per 9 miliardi di euro dal Santander che l'aveva pagata di meno con in più un istituto a medio termine venduto per un altro miliardo.

La borsa sta punendo ferocemente l'azione del Monte dei Paschi che nei giorni scorsi aveva quasi riagguantato la soglia dei 30 centesimi e oggi è a quota 24 con una perdita del 20 per cento in poche sedute.

lunedì 21 gennaio 2013

Piccoli movimenti del differenziale


Mentre sembrava destinato a rompere verso il basso la soglia psicologica dei 240 punti, il differenziale tra BTP a 10 anni e il Bund di pari durata si è riportato oggi in vista dei 270 punti base, anche se nell'intraday ha toccato la soglia dei 238 punti in concomitanza di un'escursione del Bund, forse in concomitanza con le disastrose elezioni per la Merkel in Sassonia, sino a 1,71 per cento di rendimento, ma subito dopo si è portato, seppur di poco, al di sotto dell'1,50 per cento.

Come ho spiegato più volte, il differenziale è dato dalla differenza di rendimento dei due decennali e, finché il Bund è rimasto alivelli bassissimi, prossimi all'uno per cento, per il BTP c'è stato poco da fare, ma da qualche settimana, dopo il salvataggio della Grecia, i rendimenti dei titoli tedeschi e di quelli della cosiddetta area core della zona dell'euro sono sensibilmente risaliti.

Quello che manca, o non vi è ancora a sufficienza, è il recupero ulteriore dei titoli di stato italiani e degli altri paesi deboli dell'area euro e non vi è molto da attendersi, per il nostro paese, sino al risultato delle elezioni politiche fissate per fine febbraio.

martedì 15 gennaio 2013

E' finita la resistibile ascesa dell'oro?


La crisi finanziaria ha prodotto negli ultimi anni una crescita apparentemente irresistibile delle quotazioni dell'oro, passato dai 500 dollari per oncia del 2007 ai 1.800 dollari nei mesi passati. Tutto quello che accadeva nei mercati finanziari congiurava al superamento di importanti soglie psicologiche, quella dei 1.000 dollari prima e quella dei 1.500 dollari poi e molti scommettevano sul raggiungimento dei 2.000 dollari già nell'anno che si è appena aperto.

Poi qualcosa è cambiato nei mercati finanziari ed è quello che ho cercato di spiegare nelle ultime tre puntate del diario della crisi finanziaria ed è che, sotto l'accorta guida di Draghi, si è assistito ad un ritorno dei differenziali dei titoli di stato decennali dei paesi in crisi dell'area dell'euro con il Bund a valori precedenti alla terribile estate del 2011.

L'oro ha così smesso di crescere e si è portato sotto la soglia dei 1.700 dollari per oncia e oggi, con un frazionale recupero, si porta a 1.686, ma le prospettive future sono per un testo del livello di 1.500 dollari e poi si vedrà.

venerdì 11 gennaio 2013

Lo spread va sotto i 250 punti


Dopo aver toccato i 283 punti base due giorni fa, il differenziale tra BTP e Bund si è portato al di sotto della soglia psicologica dei 250 punti, a 248 per l'esattezza, un livello che non si vedeva dal luglio del 2011 e che rischia di far avverare a brevissimo la mia previsione del 3 gennaio che vedeva il differenziale portarsi a 240 punti base.

Si trattava di un livello previsto come normale dal Fondo Monetario Internazionale ma che incorpora ancora un premio al rischio francamente eccessivo e, quindi, non sono da escludere ulteriori miglioramenti verso quel livello di 140 punti base toccato nel giugno del 2011.

D'altra parte, questa precipitosa discesa verso il basso rischia di mettere in discussione le strategie dei maggiori market players internazionali che potrebbero girare le proprie posizioni e diventare compratori dei titoli di stato dei paesi dell'area euro da oggi un po' meno a rischio.

mercoledì 9 gennaio 2013

Si allenta la crisi del debito (2)


Come scrivevo qualche giorno fa, i differenziali tra i principali titoli di stato decennali e il Bund tedesco sono in restringimento, ma il fenomeno, oltre che all'apprezzamento degli altri decennali, era dovuto al peggioramento del Bund che da rendimenti prossimi all'uno per cento si era portato a livelli anche superiori all'1,5 per cento.

In prospettiva, il fenomeno dovrebbe accentuarsi, con i decennali in ulteriore recupero e il Bund destinato a oscillare intorno al 2 per cento, livello tutto sommato normale e che starebbe ad indicare che la febbre dei paesi euro più a rischio tende ad abbassarsi.

Per quanto riguarda il BTP, dopo aver toccato la soglia dei 273 punti si è oggi portato a 283, per un rendimento del 4,30 per cento, anche se le prospettive delle elezioni politiche prossime venture sono tutt'altro che certe, ma l'importante, almeno stando a vedere l'andamento dei mercati, è che si voti e poi si vedrà.

mercoledì 2 gennaio 2013

Si allenta la crisi del debito


Il compromesso raggiunto negli Stati Uniti d'America tra democratici e repubblicani ha consentito, seppure in extremis, di superare il fiscal cliff e le borse e i titoli di stato di tutto il mondo stanno vivendo un momento di euforia, con Milano che cresce del 3 per cento e il differenziale tra BTP e Bund precipitato a quota 287.

Sarà solo un momento di tregua o qualcosa è cambiato? E' difficile dare una risposta a questa domanda perché troppe variabili ancora ballano, ma quello che è certo è che per i ribassisti a oltranza si profilano tempi duri mentre si moltiplicano i rischi.

Non ho fatto le previsioni per l'anno che si è appena aperto, anche perché stavolta è davvero difficile farle, ma credo che l'euro si apprezzerà rispetto al dollaro e che i differenziali tra i decennali dell'area euro e il Bund sono destinati a restringersi in modo significativo, con quello tra BTP e Bund che potrebbe scendere verso quella soglia di 240 punti base giuidicata normale da importanti organismi sovranazionali.