Immancabile come le sciagure previste, è arrivato venerdì sera, a mercati chiusi, il giudizio sull'Italia della più piccola tra le agenzie di rating, Fitch's che ha degradato di due gradini la sua valutazione da A- a BBB+ con outlook negativo, a causa della recessione sempre più profonda dell'economia italiana e dell'esito inconcludente delle recenti elezioni politiche.
Sul secondo degli aspetti non mi soffermo se non per rinviare a quanto scritto nelle ultime due puntate del diario della crisi finanziaria, ma ritengo che sulla recessione in corso da diversi trimestri ci sia ben poco da dire, perché è lì sotto gli occhi di tutti.
Oggi tutti si aspettavano sfracelli sui mercati, con l'azionario destinato a ripetere la performance negativa del giorno successivo alle elezioni, mentre lo spread veniva visto schizzare verso l'alto, mentre in realtà la borsa di Milano perde introno al punto percentuale e lo spread è a 315 più per una riduzione dei rendimenti del decennale tedesco che per un peggioramento di quello del decennale italiano. Ovviamente, da ora alla chiusura le cose possono peggiorare, ma per ora la situazione è questa.