venerdì 1 febbraio 2013

Il rafforzamento dell'euro


Lasciando la questione del Monte dei Paschi di Siena alle cronache giudiziarie e alle polemiche politiche, vorrei concentrarmi su due fenomeni che stanno rendendo attrattiva l'area europea: il rafforzamento dell'euro nei confronti del dollaro statunitense e la maggiore convergenza tra i rendimenti dei titoli di stato dei paesi dell'area core dell'euro, Germania in testa, e quelli dei paesi sino ad ieri massacrati dalla speculazione internazionale.

Si tratta in realtà di due facce della stessa medaglia, in quanto i maggiori acquisti di titoli di stato da parte di soggetti extraeuropei richiede la conversione in euro di ingenti quantità di capitali e questo a sua volta determina un rafforzamento della divisa unica europea nei confronti delle valute degli acquirenti.

Ovviamente per extraeuropei intendo i capitali dei paesi esterni all'area dell'euro, come, ad esempio, anche la sterlina inglese, flussi di capitali legati alla logica della diversificazione che si erano rarefatti nei mesi e negli anni scorsi, a partire, in particolare, dall'estate del 2011.

Il bund tedesco a dieci anni mostra una grande resistenza a superare, in termini di tendimento, la soglia degli 1,70 punti percentuali, ma la tendenza, salvo sorprese, è quella di testare, in tempi non molto remoti, la soglia del 2 per cento.