lunedì 10 dicembre 2012

La crisi politica affonda Piazza Affari


Il ritiro della fiducia da parte del partito di Berlusconi ha costretto Mario Monti ad annunciare le sue dimissioni al termine dell'iter del decreto legge di stabilità, la vecchia finanziaria, e accelerato il percorso che porterà alle elezioni anticipate in febbraio e non più il 10 marzo come era inizialmente previsto.

La reazione dei mercati non si è fatta attendere e l'indice principale della borsa di Milano perde alle prime battute il 2,50 per cento, mentre il differenziale tra il BTP decennale e il Bund tedesco di pari durata è passato da 323 a 351 punti base, dei movimenti che potrebbero essere solo l'antipasto di quello che ci attende nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

A guidare al ribasso l'indice dei principali quaranta titoli sono come al solito le banche, con le tre principali che perdono oltre il 4 per cento, ma la giornata è ancora lunga e vedremo stasera quanto il comparto ha lasciato sul parterre.

Dopo aver passato giorni a calcolare quante misure prevedibilmente non vedranno la luce, ci si è accorti solo ieri che il vincolo di pareggio del bilancio non sarà verosimilmente iscritto nella costituzione e si trattava di un impegno solenne preso con l'Europa.