Da
molte settimane non era un mistero per nessuno che Berlusconi aveva deciso di
scendere in campo per giocarsi la sesta disfida elettorale dopo quelle vinte
nel 1994, nel 2001 e nel 2008 e quelle perse, entrambe contro Romano Prodi, nel
1996 e nel 2006.
Ma,
sotto il profilo economico, quella che si combatterà nel febbraio 2013 è una
battaglia che si svolgerà nel momento più acuto della recessione e con i
mercati pronti a punire severamente le proposte non in linea con un serio
processo di risanamento delle finanze pubbliche, premessa, secondo l’Europa, di
un processo di ripresa.
Berlusconi
parte ai minimi nei sondaggi e lui e la sua possibile coalizione non arrivano
al momento a più di un quarto dell’elettorato, ma vi sono diversi motivi per
puntare su un recupero molto forte, forse non in grado di sconfiggere la
coalizione di centro sinistra ma di limitare i danni.
Già
oggi ha cominciato prendendosela con lo spread, definito un inutile feticcio e
i cui movimenti verso l’alto non sarebbero stati che il risultato di vendite
massicce effettuate dalle banche tedesche a cui si sarebbero poi accodate come
un sol uomo una miriade di banche straniere.
Ma
il piatto forte dell’uomo di Arcore sarà come al solito rappresentato dal
fisco, a partire dall’Imu per il quale proporrà l’esenzione della prima casa
all’attacco all’arma bianca contro l’anagrafe tributaria che avrà fra breve la
possibilità di guardare tutti movimenti bancari del cittadino.
Funzionerà
il richiamo agli animal spirits del cittadino evasore ed elusore? Le prossime
settimane e i pochi mesi che ci separano dalle elezioni provvederanno a darci
una risposta.