Ormai è quasi ufficiale: il neonato Fondo Atlante con Veneto Banca si appresta a fare il bis di quanto è avvenuto con la Banca Popolare di Vicenza dove ha immobilizzato 1,5 miliardi di euro per ottenere il 99 per cento e rotti delle azioni di una banca tecnicamente fallita e gravata di un ammontare di Non Performing Loans dal livello realmente preoccupante e in molti casi senza garanzie per quel meccanismo perverso che prevedeva crediti facili per gli amici e per quanti accettavano di acquistare azioni e/o obbligazioni della banca allora saldamente guidata da quel Gianni Zonin che, in vista di richieste di risarcimento elevatissime, si è reso praticamente nullatenente donando ai figli le sue quote dell'impero vitivinicolo di sua proprietà.
Certo, l'impegno massimo nell'operazione di aumento di capitale di Veneto Banca sarà "solo" di un miliardo di euro, ma, nell'ipotesi che pochi o nessuno degli attuali e molto inferociti soci si presentasse all'appello, ci troveremmo nella situazione nella quale il fondo gestito da Penati avrebbe impegnato 2,5 dei 3 miliardi di euro previsti per il capitolo degli aumenti di capitale delle banche italiane, mentre ancora si ignora quanta parte degli 1,2 miliardi previsti per i Non Performing Loans saranno assorbiti dalla maxi operazione annunciata dallo stesso Penati e da eseguirsi prima della fine dell'anno.
Ma, sempre con origine nel Veneto, vi è l'aumento di capitale di Banco Popolare di Verona e Novara, una richiesta al mercato per un altro miliardo di euro e che è partita all'inizio di questa settimana, un aumento per il quale non è previsto l'intervento di Atlante, anche se anche in questo caso bisognerà vedere quanto entusiastica sarà la risposta degli azionisti attuali e di quelli futuri, che potrebbero anche essere allettati dal fatto che il valore delle nuove azioni è stato fissato con un generoso sconto rispetto alle quotazioni recenti di borsa.
Ma cosa se ne farà Atlante delle due banche ormai quasi certamente acquisite? E' presto detto ne farà carne da macello, come del resto i fondi speculativi come Quaestio che è il fondo presso il quale è stato costituito Atlante sono abituati a fare quando entrano in una banca o in un'azienda, e lo farà fondendo molto probabilmente i due istituti di crediti, tagliando brutalmente gli organici e aggredendo gli NPL acquistandoli anche a meno del 20 per cento del loro valore nominale, insomma una politica di gestione lacrime e sangue che non ha, tuttavia, molte alternative realistiche e che è resa indispensabile alla luce delle malefatte del passato!
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