venerdì 24 giugno 2016

Ora allacciate le cinture di sicurezza


Quando leggerete questo articolo, forse sarete già al corrente del risultato del referendum svoltosi ieri e nel quale i cittadini britannici sono stati chiamati a decidere se rimanere nell'Unione europea con un pacco di eccezioni che non ha pari in nessuno degli altri 27 paesi dell'Unione o semplicemente decidere di recidere quel cordone ombelicale esistente da più di quaranta anni e tornare ad una politica isolazionistica con i vantaggi e i rischi che questo comporta.

Sì, perché, al contrario di quello che in tanti pensavamo, lo spoglio delle schede del referendum pur essendo iniziate ieri alla chiusura dei seggi alle 23 verrà ufficialmente comunicato questa mattina (e senza la diffusione di veri e propri exit exit polls dopo la chiusura dei seggi) aggiungendo suspence, ove se ne sentisse il bisogno, ad una attesa che ha prodotto sfracelli sui mercati con perdite di oltre mille miliardi di euro in poche sedute, perdite solo parzialmente recuperate quando i mercati si sono convinti che con il barbaro assassinio della giovane deputata laburista Jo Cox il vento fosse radicalmente cambiato a favore del remain, una visione che ho criticato in "Brexit o non dir quattro se non l'hai nel sacco", sia per motivi etici sia per la scarsa consistenza in un Paese spaccato in due e dove le convinzioni di chi propende per il leave sono molto radicate e molto emotive.

Sono andato a dormire, come tanti, sull'indicazione di opinion polls che davano in testa il fronte del remain su quello del leave per quattro punti percentuali, mentre si profilava un record di affluenza alle urne eccezionale per la Gran Bretagna e che oscilla intorno al 70 per cento, ma quando, a metà delle schede scrutinate, si è visto un prevalere dei sì all'uscita sui no per mezzo milione di voti la sterlina ha iniziato a perdere contro il dollaro portandosi a 1,30 dollari contro gli 1,50 di ieri sera, livelli non toccati dal lontano 1985 e i futures sul principale indice borsistico di Londra segnalano un meno 6 per cento e la borsa di Tokyo sta perdendo sette punti percentuali, le quotazioni dello oro sono cresciute di quasi il 5 per cento, mentre si registra una significativa flessione del prezzo del petrolio, ma il grosso, se la tendenza attuale favorevole all'uscita dall'Unione europea si trasformerà, come è ormai certo, in certezza, lo vedremo quando apriranno i mercati europei.

Sono certo che molti giornalisti hanno preparato due pezzi, a seconda dello scenario che prevarrà, ma io penso sinceramente che, alla luce del risultato, nulla sarà come prima perché al Governo Cameron non sono bastati i quattro punti strappati all'Unione europea a febbraio e molto probabilmente sarà costretto a dimettersi aprendo la strada ad elezioni che vedranno il prevalere dei partiti sensibili alle ragioni dei sostenitori della Brexit e a una politica dell'immigrazione dai paesi dell'Unione europea che si profila già come molto dura!

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