Il cinismo dei mercati finanziari ha dato una prova agghiacciante di sé quando è giunta la notizia che Jo Cox, attivista dei diritti umani e membro del parlamento inglese eletta nelle file del partito laburista, era stata barbaramente uccisa da un militante dell'estrema destra che sosteneva il primato della razza bianca, una notizia che ha fatto fare due più due a quanti sono impegnati nelle sale operative delle banche più o meno globali che, come nei giorni precedenti avevano affondato l'affidabile con perdite per mille miliardi di euro solo nei mercati azionari europei, così si sono gettati a capofitto a comprare il comprabile, proseguendo in questa tendenza anche nelle sedute successive a quel tragico pomeriggio.
Mentre la politica britannica, un mondo che di cinismo de ne intende e non certo da oggi, sospendeva per diversi giorni la campagna elettorale e ieri dava in una seduta commemorativa che vedeva uniti deputati membri della Camera dei Lord una dimostrazione di civiltà che ha commosso il Paese, analisti e operatori scommettevano sulle probabilità di vittoria che la morte di Jo, convinta europeista, avrebbero dato al remain, complice anche l'ultima scivolata del leader dell'Ukip, Farage, che aveva inaugurato una serie di cartelloni montati su camion che mostrano un corteo di immigrati che a suo avviso vanno assolutamente fermati, incurante della estrema somiglianza di questa immagine con quelle esibite nel regime nazista.
Seguendo da una vita i mercati finanziari non dovrei stupirmi di tutto ciò, in particolare avendone fatte le cronache per nove anni nel Diario della crisi finanziaria, ma esistono momenti come questo, nei quali si specula anche sull'assassinio di una donna giovane, madre di due figli, che ha dedicato la sua giovane esistenza ai diritti di quanti, in particolare in Africa, dove è stata impegnata per alcuni anni, non hanno voce!
Lasciando da parte i giudizi morali e l'indignazione, ritengo che questa scommessa sull'impatto di questo tragico evento sull'esito di un referendum che ha spaccato a metà l'opinione pubblica britannica sia anche molto azzardato come lo è stato in precedenza affidarsi ai risultati di sondaggi a un tanto al chilo, il tutto quando sondaggi molto stratificati e con un campione di 16 mila persone denotavano la difficoltà di fornire un quadro omogeneo degli orientamenti elettorali su una questione tanto divisiva e complessa, ma certo non consiglierei a nessuno di scommettere un centesimo su quanto decideranno gli elettori inglesi, gallesi, scozzesi e nord irlandesi giovedì prossimo, un esito che conosceremo peraltro solo il giorno successivo!
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