mercoledì 27 luglio 2016

Il Monte dei Paschi chiederà al mercato 5 miliardi


Secondo fonti ben informate e riportate dall'edizione online di Repubblica nella serata di venerdì, l'amministratore delegato di MPS, Fabrizio Viola, avrebbe inviato una lettera alla vigilanza bancaria operante presso la BCE annunciando che la banca smaltirà 27 miliardi di sofferenze lorde, che al netto degli accantonamenti esistenti sono pari a 9,6 miliardi, cioè esattamente la cifra richiesta nelle settimane scorse da Daniele Nouy, e che la banca senese si appresta varare un aumento di capitale per la cifra tonda di 5 miliardi di euro, dopo che per giorni si era parlato di due-tre miliardi, per giungere fino a 4 miliardi, ma evidentemente i vertici di MPS sono consapevoli che questa è un occasione irripetibile per giungere ad un rafforzamento patrimoniale che, al netto delle perdite previste per lo smaltimento delle sofferenze, porterebbe denaro fresco per circa due miliardi di euro, una mossa che porterebbe il coefficiente patrimoniale della banca al 13 per cento, quasi tre punti in più di quanto richiesto dalle attuali disposizioni di vigilanza e di 75 punti base al di sopra di quanto richiesto di recente ad Unicredit e a Deutsche Bank.

Il nodo sta nel fatto che per giungere alla cifra richiesta dalla banca senese al mercato ci sarebbe un passaggio molto doloroso per gli attuali obbligazionisti subordinati, in quanto sarebbe previsto che le loro obbligazioni vengano trasformate in azioni e non si sa se ciò avverrebbe distinguendo tra i risparmiatori privati e gli investitori istituzionali o facendo di tutte le erbe un fascio anche perché le obbligazioni subordinate in mano alla clientela retail sono davvero tante e non vi è dubbio che, nonostante le venti banche di rango impegnate nel consorzio di collocamento, la domanda di azioni bancarie da parte del mercato è davvero molto, ma molto scarsa, un'ipotesi quest'ultima che determinerebbe un caso Banca dell'Etruria e delle sue tre sventurate sorelle moltiplicato per alcune volte.

D'altro canto, che gli obiettivi del Governo italiano e quelli del top management di MPS non stessero del tutto coincidendo lo si era capito quando il massimo consigliere economico di Matteo Renzi, tal Gunfeld, aveva dichiarato che andavano ben distinte le due fasi dell'operazione, concentrandosi innanzitutto nello smaltimento delle sofferenze richiesto dalla vigilanza BCE e rinviando ad una seconda fase la questione dell'aumento di capitale, una posizione che sottintende anche che lo stesso aumento andrebbe proporzionato alle effettive necessità legate alla cessione dei crediti per la quale si sta costituendo il Fondo Atlante2, così come tra le righe sembra cogliersi una certa insofferenza per la decisione di Viola di effettuare lo smaltimento delle sofferenze in un'unica soluzione senza approfittare dell'arco temporale triennale indicato nella stessa missiva giunta nelle settimane scorse da Francoforte, ma è chiaro che, inviando la lettera alla vigilanza BCE, l'amministratore delegato di MPS si è tagliato i ponti alle spalle e ha messo il Governo di fronte al fatto compiuto!

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