giovedì 18 dicembre 2008

Addio Mr Effe O Ixs, senza di te tutto non sarà come prima!


Pur utilizzando certamente alla grande le nuove possibilità in tema di rappresentazione dei fatti di gestione offerti dalla modifica dei sistemi di valutazione previsti dallo IAS 39 per gli assets più problematici decisa nell’ultimo vertice del G20, le ultime due appartenenti alle Big Five statunitensi, la potente ed ancor più preveggente Goldman Sachs e Morgan Stanley non hanno potuto evitare di evidenziare una perdita trimestrale di poco superiore, per entrambe, ai due miliardi di dollari, in fondo poca roba, ma che rappresenta, almeno per Goldman, il primo rosso mai registrato da quando, nel 1984, i suoi partners decisero l’ammissione alla quotazione dell’azione della ‘loro’ banca al New York Stock Exchange che, almeno sino all’anno scorso, era saldamente presidiato da un loro ex collega, quel John Thain poi chiamato a fare da esecutore testamentario per la prestigiosa Merrill Lynch che, a differenza della molto più sfortunata Lehman Brothers, è stata accolta tra le salde braccia di Bank of America, che in precedenza aveva già raccolto le spoglie di Countrywide.

Che entrambe le due ex Investment Banks possano sopravvivere agli alti marosi della tempesta perfetta entrata nel suo diciannovesimo mese di vita è questione alquanto controversa e che agita l’happy hour nei bar di cui è disseminato il territorio posto all’ombra del Wall, da tempo oramai trasformatosi nella succursale americana del muro del pianto, tra manager ed impiegati che dal giorno alla notte, o meglio da un momento all’altro, sono chiamati a fare frettolosamente i loro scatoloni di cartone nei quali racchiudere i pochi o tanti ricordi di un epoca del latte e miele che molto probabilmente non si ripeterà più, almeno per loro.

Certo, oggi le due navi della un tempo potente flotta delle banche di investimento sono vigilate dalla Federal Reserve, sono autorizzate a raccogliere depositi, partecipano con maggiore legittimità alle generosissime possibilità tuttora offerte dall’ampia discarica di titoli più o meno tossici della finanza strutturata gestita dal presidente della Fed di New York e a breve presidente della Fed tout court, Timothy Geithner, uno che quando ancora aveva i calzoni corti si faceva rispettare dal ministro del Tesoro e dal presidente della Fed dell’epoca, addirittura il Maestro Alan Greenspan, possono prendere il denaro ad un tasso compreso da l’altro ieri da zero a 0,25 per cento, ma, purtroppo, non è detto assolutamente che tanto basti per smaltire la montagna di problemi prodotti negli anni dai loro apprendisti stregoni indefessamente ed ingegnosamente impiegati nelle loro rabbiche prodotto e che hanno sfornato a ritmi industriali quelle vere e proprie montagne di titoli della finanza strutturata che hanno il maledetto torto di essere ancora bellamente sui loro bilanci, on ed off balance sheet.

Mentre spuntano come i funghi i nefasti effetti dello schema di Ponzi riproposto alla grande dall’ex presidente del Nasdaq, una catena di Sant’Antonio che non ha colpito i soliti gonzi ma bensì le maggiori e più sofisticate protagoniste del mercato finanziario globale, il presidente eletto Barack Obama ha deciso ieri di mandare finalmente sui campi di golf Effe O Ixs, la volpe posta a capo del pollaio rappresentato dal mercato azionario americano, al secolo noto come Christopher Cox, mettendo alla guida della Securities and Exchange Commission la cinquantenne Mary Shapiro, già presente nel Dream Team Obamiano, mentre non sono ancora defunte le speranze su un ripensamento sulla decisione di porre Larry Summers, che da ministro del Tesoro di Clinton fu, insieme a Rober Rubin, uno degli autori della nefasta deregulation che tanta parte ha avuto nell’avvio della tempesta perfetta.

Per quanto riguarda l’inchiesta vera e propria sul candido Madoff, forse riportato a breve ed a furor di miliardari e banche danneggiate, in prigione, stanno emergendo aspetti davvero esilaranti, quale il fatto che uno dei prosecutor della Sec che decise di non procedere nei suoi confronti dopo la circostanziata denuncia di un suo ex dipendente nel lontano 1999 è, in realtà, il marito di sua nipote, per non parlare del sempre più ambiguo ruolo svolto dal suo più stretto collaboratore, quello, per capirci, che teneva i rapporti con gli sventurati anche se facoltosi, a volte molto facoltosi, suoi investitori.

Ai più distratti tra i miei lettori, vorrei ricordare un aspetto emerso sin dai primi mesi della crisi finanziaria e, cioè, il fatto che la divisione della Sec incaricata di prevenire i dissesti bancari era stata smantellata quasi del tutto negli anni, al punto da spingere Effe O Ixs, nell’autunno del 2007, ad un frettoloso reclutamento di 200 uomini e donne che avrebbero dovuto più o meno chiudere la stalla quando la mandria di buoi era già bellamente scappata!

Come accade di sovente in Europa ed in particolare in Italia, è molto difficile che la verità sugli effetti di casi come il repentino ed alquanto proditori fallimento di Lehman Brothers o il buco multimiliardario di Madoff emergano con la rapidità e la trasparenza che i risparmiatori/investitori dovrebbero attendersi quando si tratta di argomenti che toccano più la reputazione che la solidità delle principali protagoniste di quell’ampio casinò a cielo aperto che oramai divenuto, a giudizio di Sarkozy e Kolher, rispettivamente presidenti della repubblica francese e di quella tedesca, il mercato finanziario più o meno globale.

E’ di ieri la notizia che una boutique del credito facente capo a Bank Austria, a sua volta del gruppo Hipoverein, a sua volta posseduto pressoché integralmente da Unicredit Group, aveva una stake del 25 per cento nell’hedge fund posseduto da una donna per gli altri tre quarti con esposizione miliardaria nei confronti di Madoff, ovvero carta straccia, il che fa salire di non poco il conto del coinvolgimento del gruppo guidato da Alessandro Profumo!

Ricordo che il video del mio intervento al convegno della UIL sulla crisi finanziaria è presente nella sezione video del sito dell’associazione Free Lance International Press all’indirizzo http://www.flipnews.org/ mentre gli atti del convegno sono esportabili dal sito http://www.uil.it/ nella sezione del dipartimento di politica economica.