Non sono un analista tecnico, ma se lo fossi la configurazione del Dow Jones Industrial e dello S&P's 500 mi farebbero riflettere seriamente perché, oramai da settimane, "non schiatta e non muore" come si dice dalle mie parti e, soprattutto, non riesce a bucare, se non a livello intraday, la fortissima barriera posta a 20 mila punti il primo, mentre il secondo vivacchia attorno ai 2.200 punti ben lontano dal livello magico dei 2.500 punti.
D'altre parte, George Soros, una delle mie due stelle polari per orientarmi tra i più o meno alti marosi della Tempesta Perfetta (l'altra è Warren Buffett, mentre il mio maestro spirituale è senza dubbio John Maynard Keynes), ha da tempo dichiarato di essere andato corto sul più ampio degli indici azionari statunitensi e, almeno all'inizio, tutti lo prendevano per matto, mentre ora molti degli squali di seconda generazione gli si sono messi in fila, iniziando a fiutare il sangue conseguente allo scoppio di questa grande bolla speculativa, forse la più grande in questo settore e che dovrebbe richiedere interventi di urgenza da parte della Federal Reserve.
Nella mia postazione di economista di sala della direzione finanza di una grande banca italiana ne ho viste scoppiare di bolle speculative e altre le ho studiate retrospettivamente, mentre lo scoppio dello scoppio contemporaneo di più bolle speculative, la Tempesta Perfetta, l'ho analizzato da responsabile dell'ufficio studi di un sindacato del settore finanziario che mi consentì di dedicare tempo all'analisi di uno sconquasso che pure per alcuni anni non colpì le banche italiane, come sta facendo ora che siamo giunti alla terza fase.
La fase attuale dell'azionario statunitense mi ricorda molto quello sgretolamento successivo di nuovi massimi del Dow Jones a tre mesi di distanza dello scoppio della più grave crisi di liquidità dal secondo dopoguerra mondiale o il top molto pilotato del prezzo del greggio, due situazioni che ricordano quel momento delle montagne russe dove si raggiunge il punto più alto per poi precipitare con il cuore in gola!
Ricordo solo per inciso che le altre bolle statunitensi sono l'immobiliare, il credito e la finanza nonchè il prezzo del greggio e delle altre materie prime energetiche.
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