giovedì 19 gennaio 2017

Fed: la Yellen rispolvera il concetto di tasso neutrale


In un intervento pubblico, ma dove è finito il tempo in cui i banchieri centrali parlavano per atti, Janet Yellen, primo presidente donna del sistema della Riserva Federale statunitense e democratica al 100 per cento, ha rispolverato il concetto di tasso neutrale per i tassi di riferimento stabiliti dal Federal Open Market Committee, l'organismo che si riunisce con cadenza mensile presso la sede di New York della Fed e stabilisce la misura dei tassi che fanno da base per quelli a loro volta applicati dalle banche a stelle e strisce e dalle banche globali operanti negli States.

Ma cosa è questo tasso "neutrale"? Altre non è che quel tasso che non deprime l'economia, né le imprime una stretta recessiva e lo stesso dovrebbe posizionarsi, entro il 2019, al 3 per cento, a partire da una situazione, quella attuale, che vede i tassi e la politica monetaria più in generale come eccessivamente espansivi alla luce di un tasso di disoccupazione vicinissimo al livello della disoccupazione frizionale, ossia quel 4 per cento che esprime una situazione molto tesa del mercato del lavoro nella quale non vi sono praticamente più persone disposte ad occuparsi, perché si tratterebbe in buona parte di disoccupati volontari, e da un livello dell'inflazione "core" (quella al netto delle componenti volatili come petrolio e alimentari) che inizia oramai a surriscaldarsi, anche se ancora non al di sopra del livello obiettivo stabilito in quel di Washington che storicamente è fissato al 2 per cento.

Se qualcuno ritenesse che la Yellen ha indicato ieri, in contemporanea con i lavori del World Economic Forum di Davos, un percorso lineare che dallo 0,50-0,75 odierni porta al 3-3,25 del 2019 commetterebbe un errore madornale, perché nulla esclude che ad una serie di rialzi già nei dati e che potrebbero portare i tassi di riferimento al di sopra del tasso neutrale, soprattutto se il surriscaldamento dell'economia legato agli effetti della Trumpeconomics fosse eccessivo, quindi anche prossimi al livello del 4 per cento entro il 2018, potrebbe fare seguito una fase di allentamento delle condizioni monetarie che le riporterebbero appunto al livello desiderato indicato ieri dalla Yellen.

Nella sua lunga carriera di docente universitaria, di capo dei consiglieri economici di Bill Clinton e di membro del FOMC prima, vice presidente per quattro anni e poi presidente della Federal Reserve, Janet Yellen non ignora l'esistenza delle wild cards, ossia di quegli eventi imprevisti che possono indurre la Fed non solo a invertire una politica monetaria studiata a tavolino e con il supporto del responso dei modelli econometrici, ma è anzi lei stessa, nel discorso di ieri a paventare una simile eventualità di cui vede tutti i rischi e le ben scarse opportunità!


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