martedì 15 marzo 2011

Terremoto, tsunami e tempesta perfetta! (2)


Questa puntata del Diario della crisi finanziaria è un seguito della puntata di ieri e sarà integralmente dedicata al Giappone, ma stavolta visto sotto il profilo degli accadimenti economici nella prima giornata di contrattazioni dal devastante sisma, ma soprattutto dal terrificante maremoto che ha spazzato via interi paesi e facendo verosimilmente decine di migliaia di vittime, per non parlare del ripetersi di esplosione nella centrale nucleare già teatro sabato della prima esplosione nel sito di un reattore.

Come era largamente prevedibile, la borsa di Tokyo ha lasciato sul terreno oltre 600 punti, chiudendo a 9.600 punti con una perdita superiore al 6 per cento, mentre la società che gestisce gli impianti nucleari fuori controllo, la Tepco, ha perso poco meno di un quarto del valore segnato venerdì con un segno rosso percentuale di oltre il 23 per cento, una pesantissima flessione che si somma allo sconcerto e alla confusione dei dirigenti che non sanno assolutamente, e noi con loro, cosa riserveranno le prossime ore e i prossimi giorni!

Penalizzati anche i titoli delle compagnie di assicurazioni che prevedono di pagare 35 miliardi di euro di danni, mentre la Bank of Japan ha iniettato 40 mila miliardi di yen di liquidità senza i quali è difficile dire cosa sarebbe accaduto sui mercati, anche se una idea la fornisce il volume delle contrattazioni giunto ad un record di 4,88 miliardi di azioni che hanno trovato comunque controparte grazie alla citata iniezione di liquidità di cui hanno beneficiato le banche e gli investitori istituzionali.

La chiusura delle tre più importanti raffinerie giapponesi ha invece determinato un calo del prezzo del petrolio che, sui mercati asiatici, si è portato al di sotto della soglia psicologica dei 100 dollari, chiudendo a 99,15 dollari al barile.