Dopo aver suscitato molto clamore con la sua recente intervista al New York Times nella quale accusava J.P. Morgan Chase ed altre entità finanziarie di essere complici del suo schema di Ponzi, Bernard Madoff alza il tiro in una nuova intervista al New York magazine nella quale attacca frontalmente la riforma dei mercati finanziari fortemente voluta da Obama e giunge a dire che il Governo ha messo in piedi un gigantesco schema di Ponzi.
Il bancarottiere settantaduenne è stato colpito di recente dalla tragica scomparsa del suo figlio Mark, morto suicida nel secondo anniversario dell’arresto del padre, e continua a sostenere che nessuno dei suoi familiari, inclusi quelli che lavoravano con lui, era al corrente del castello di carte da lui costruito negli anni, uno schema che è costato svariate decine di miliardi di dollari a quanti avevano direttamente o indirettamente dato i loro soldi all’ex presidente del Nasdaq e uno dei broker più rinomati di Wall Street.
Quelle di Madoff possono sembrare parole in libertà di un uomo che, almeno sulla carta, dovrebbe trascorrere altri 148 anni in carcere, ma non vi è dubbio che la riforma dei mercati finanziari non ha tagliato le unghie alla speculazione né è intervenuta radicalmente negli schemi operativi dell’investment banking, obiettivi che non sono all’ordine del giorno del Financial Stability Group presieduto dall’italiano Mario Draghi.