Chi come me si occupa da due anni e mezzo della più grave crisi finanziaria che il mondo abbia mai conosciuto, un vero e proprio terremoto che ha cambiato il mondo finanziario per come lo avevamo conosciuto nei decenni della finanziarizzazione spinta dell’economia, dovrebbe essere immune da emozione nei confronti dei fenomeni fisici, anche i più devastanti, ebbene non è affatto così e, come tutti, sono rimasto del tutto attonito e sgomento rispetto al terremoto e successivo devastante maremoto avvenuti in Giappone, per non parlare poi di quello che sta accadendo in due centrali nucleari poste a pochi chilometri di distanza tra loro con cinque reattori del tutto fuori controllo e il rivestimento esterno di uno di questi del tutto disintegrato.
Condivido con tutti, o quasi, sentimenti di umana pietà per quelle che, alla fine dei conteggi, saranno decine di migliaia di vittime, basti pensare che in una sola località vi sono diecimila dispersi e ho ancora negli occhi le immagini di centinaia di case portate via da un’ondata gigantesca ed è difficile ritenere che fossero tutte vuote, così come fa impressione pensare a quei tre treni scomparsi nel nulla con tutti i loro passeggeri, per fortuna poi ritrovati sani e salvi.
Come tutti, anche io mi auguro che quella delle due centrali nucleari giapponesi danneggiate dallo tsunami non si riveli un’altra Chernobyl se non qualcosa di peggio, ma penso anche che l’impotenza manifesta delle autorità rispetto a quanto sta avvenendo in quei due siti debba far ripensare all’utilizzo del nucleare come fonte di elettricità, perché i rischi sono troppo elevati ad onta delle statistiche che vorrebbero dimostrare come l’evento sia improbabile, ma quando accade le conseguenze possono essere davvero disastrose!