lunedì 14 novembre 2016

Che significa abrogare la Dodd-Frank?


Abrogare, dopo appena sei anni, una legge bipartisan che dà una prima risposta alle cause profonde che hanno determinato l'insorgere della Tempesta e, nell'ambito di questa, la più grave crisi di liquidità dal secondo dopoguerra mondiale è una cosa che non certo stata partorita dal cervello normodotati del quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d'America, essendo frutto, invece, del Gotha dell'industri finanziaria a stelle e strisce ben supportato  dai massimi esponenti delle banche globali da sempre insediate negli USA e trattate dalla Federal Reserve, la cui presidente, Janet Yellen è del tutto a rischio nel 2018 anno di scadenza del suo primo mandato, come fossero degli amatissimi figli adottivi, lo stesso gruppo di pressione che fece vedere ai relatori del provvedimento i sorci verdi nei lunghi mesi richiesti per superare le opposizioni altrettanto bipartisan alla prima legge che si ispirava ai lavori del gruppo capitanato da Super Mario, al secolo Mario Draghi al comando, per quanto?, della Banca Centrale Europea.

Ma quale è la situazione normativa che riguarda l'industria finanziaria dopo l'abrogazione del Glass Steagall Act, il testo normativo degli anni Trenta stilato sull'onda della gravissima crisi dell'ottobre del 1929 e che stabilì, sull'onda dell'indignazione popolare che le banche commerciali dovevano fare le banche commerciali e che se avevano la pruderie di fare finanza più o meno strutturata dovevano farla in un E' molto divertente luogo specifico e con una netta separazione con le attività di raccolta e impieghi che dovevano restare la mission fondamentale di una banca, mentre le allora molto famigerate banche di investimento potevano continuare a occuparsi delle diavolerie inventate dagli apprendisti stregoni nelle loro fabbriche prodotto, mentre Goldman Sachs e le altre componenti del gruppo delle Big Five dell'Investment Banking non dovevano mettere il naso, né la rapaci mani nell'attività bancaria tradizionale.

La Dodd Frank non mette in discussione la fine della separazione tra Commercial Banks e Investment Banks attuata negli anni della Tempesta Perfetta, una separazione che in realtà era avvenuta ben prima, quanto vuole sottoporre ad esami periodici, i famosi stress test, sia le banche che un tempo erano definite commerciali che quelle definite banche d'investimento, una prassi recente ma in via di consolidamento nell'area dell'euro, in Gran Bretagna e in Giappone, mentre applicarla all tecnicamente fallite banche cinesi corrisponderebbe a un atto di suicidio dalle conseguenze difficilmente immaginabili sia al di là che al di qua dell'Oceano Pacifico e di quello Atlantico, un qualcosa che rischierebbe seriamente di mandare a carte quarantotto l'intera economia mondiale ed è uno dei motivi, io credo quello più importante per il quale tutti fingono di credere ai bilanci delle banche cinesi e tutti continuano a credere alle cifre alquanto farlocche dell'ente ufficiale di statistica della Cina!

E' molto divertente assistere al balletto di dichiarazioni del principali banchieri a stelle e strisce, per non parlare di quelle del deputato che ha convinto Trump ad occuparsi della materia un po' incandescente, sembra infatti che l'abrogazione non sarebbe totale ma si procederà, come pare accadrà anche nel caso dell'Obamacare, per parti, ma quello che emerge è che nessuno di questi CEO o Chairman sembra avere il coraggio di dire che la normativa introdotta nel 2010 per tutti loro è né più, né meno che l'orticaria e che sperano vivamente che Donald Trump levi loro le castagne dal fuoco abrogando sic et simpliciter il testo da loro tanto odiato.


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