E' destinato a fare molto rumore l'editoriale del direttore associato del Financial Times, Wolfgang Munchau, che sostiene che, dopo la Brexit e l'elezione a sorpresa dell'euro antagonista Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d'America, un eventuale crisi di Governo al buio in Italia in conseguenza di una sconfitta di Renzi nel referendum costituzionale e un'eventuale vittoria di Marine Le Pen nelle prossime elezioni presidenziali francesi, innescherebbero in tempi brevi una catena di avvenimenti che porterebbero l'Italia e la Francia fuori dell'area dell'euro se non addirittura fuori dell'Unione europea.
Sarebbe molto sbagliato liquidare la posizione del quotidiano più importante della comunità finanziaria europea come dell'ennesima presa di posizione anti euro e anti UE propria della linea editoriale del quotidiano stampato su carta colorata in marrone con sfumature di rosa, perché l'articolo del direttore associato del FT, un giornalista di origine tedesca molto rispettato nell'ambiente, è molto articolato e fattuale, mettendo in fila, in particolare nei suoi riferimenti all'Italia, una catena molto probabile di avvenimenti che costringerebbero un'Italia guidata da un governo di scopo a prendere, o a subire, decisioni molto drastiche spinta da una crisi dello spread e da una più che probabile crisi sistemica del sistema bancario, per non parlare delle più che prevedibili secchiate di acqua gelata lanciate su una di per sé molto anemica ripresa.
Vi è di più: la catastrofica previsione su le possibili exit di due Paesi importanti sia dell'area dell'euro che dell'Unione europea, ricordo sommessamente che, con l'uscita della Gran Bretagna dal consesso comunitario, stiamo parlando del secondo, quello che peraltro divide con la Germania il ruolo di guida politica dell'Unione, e del terzo, anche se un po' disordinato e alquanto indisciplinato, paese per importanza crea, anche nella comunità giornalistica di un quotidiano che esprime e forma l'opinione dell'industria e della finanza britanniche preoccupazioni una volta tanto non mescolate a soddisfazioni per i guai altrui presenti e, soprattutto, prospettici, una preoccupazione, per una possibile implosione dell'euro e della stessa Unione con sede nell'odiata Bruxelles, che traspare da ogni riga dell'analisi del bravo giornalista tedesco!
La stessa candidatura di Angela Merkel per il quarto mandato come Cancelliera della Germania è stata da lei stessa motivata dall'estrema preoccupazione per il montare apparentemente inesorabile dei movimenti populistici in oramai quasi tutti i paesi dell'Unione, una crescita che si è sostanziata anche in casa sua con l'affermazione del movimento AfD in molte competizioni avvenute di recente a livello di land, che vedrà nel ripetuto ballottaggio alle elezioni presidenziali austriache del candidato dell'ultradestra che ha già annunciato la sua intenzione di sciogliere il Parlamento e vincere a man bassa le a questo punto prossime consultazioni politiche, della Francia è quasi superfluo parlarne, mentre in Italia di movimenti anti sistema ne abbiamo addirittura due, la Lega e quel movimento Cinquestelle che, almeno a dar credito ai sondaggi, sembra inossidabile agli scandali che lo stanno travolgendo da Roma a Palermo, passando per Livorno e Casoria, per non parlare della polemica uscita del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, dopo una lunghissima sospensione avvenuta per risibili motivi.
Il referendum costituzionale prossimo venturo in Italia assume, quindi, una valenza ben diversa e si profila come uno scontro tra la stabilità, seppure un po' terremotata e il caos, una scelta che difficilmente troverà insensibile quella che Renzi chiama la "pancia" profonda del nostro Paese, una parte consistente degli italiani che al solo sentire la parola crisi di governo al buio avverte i primi sintomi dell'orticaria!
1 commento:
Spero accada prima...così ci liberiamo da questa schiavitù del debito voluta da pochi per domina re i molti. L'Italia dovrà decidere se nazionalizzare Unicredit ed MPS con valuta sovrana o andare in default...visto che le due banche non trovano altri polli entusiasti di perdere il loro capitale in una ricapitalizzazione.
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