Ho già parlato, dalle colonne del Diario della crisi finanziaria, della lotta solitaria che una donna d'affari britannica d'adozione ma straniera di nascita ha condotto contro lo strapotere del nuovo Governo di Sua Maestà, un esecutivo guidato da una donna che aveva promesso alquanto per finta di sostenere il Remain al voto referendario del 23 giugno di questo anno di disgrazia 2016, quella Theresa May che della Cancelliera di ferro tedesca ha solo l'incarico di primo ministro e non certo le qualità intrinseche e la determinazione e che pensava davvero di trasformare un voto consultivo, peraltro non a larga maggioranza (52 a 48 per cento per la precisione) in un diktat inappellabile, decidendo in perfetta solitudine di non far pronunciare sullo stesso le due Camere con sede a Londra, la Camera dei Comuni e quella dei Lord (quest'ultima a maggioranza contraria all'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea) e che ora è costretta a fare appello contro la sentenza dell'Alta Corte di giustizia di Londra che ha dato ragione a Gina Miller che quel passaggio parlamentare aveva chiesto a gran voce e che ora, in punta di diritto, ha visto le sue ragioni prevalere alquanto clamorosamente e, a mio modesto avviso, alquanto definitivamente.
Ma Gina Miller non è nuova a grandi battaglie inerenti alle sue avventure professionali e umanitarie, infatti, dopo aver fondato un importante fondo d'investimento insieme con il marito e averlo portato ad una grande affermazione nel suo settore, gira improvvisamente le sue posizioni e comincia una battaglia da novella Jean D'Arc contro le manipolazioni esistenti in questo comparto di attività dove i sottoscrittori perdono ben presto il controllo del denaro che hanno affidato a gestori a volte degni solo di essere trascinati in una corte di giustizia inglese, di fronte a giudici inquirenti e deliberanti che passano per essere tra i più severi del pianeta in materia di veri o presunti reati finanziari, malefatte e reati che le altissime ondate delle tre fasi della Tempesta Perfetta hanno portato in gran numero allo scoperto.
Ed è così che la bella Gina, sino a quel momento molto introdotta nei salotti bene, o più che bene, londinesi rischia seriamente di diventare un'appestata, una che ha squarciato il velo di omertà e di poca trasparenza che riguarda un'attività nella quale persone di ogni ordine e rango, di specchiata onestà o veri e propri malfattori, preparatissimi o ignoranti di tre cotte, insomma un milieu di persone che vivono investendo bene o male, spesso molto male, i soldi di quanti non seguono la lezione del mai troppo compianto Lord Tilton, al secolo John Maynard Keynes.
Quello che è stato forse il più grande economista britannico soleva, infatti, dire che in periodi di crisi e quando all'orizzonte vi è tanta o tantissima incertezza le persone normali dovrebbero far prevalere quella che in gergo viene definita propensione per la liquidità, ossia la sana abitudine di non staccarsi dal proprio denaro di una distanza che da sola impedisce azzardi nei mercati azionari o obbligazionari, così come il versare il proprio denaro in entità finanziarie dai contorni non troppo distinti, diceva anzi che in questi momenti è il caso di accarezzare il proprio denaro, quindi, come ho detto nelle poche occasioni pubbliche in cui ho parlato della crisi finanziarie, il miglior investimento nella Tempesta perfetta è l'investimento che non si è fatto, anche perché la propensione per la liquidità è premiale in un periodo in cui l'inflazione è bassissima se non, addirittura e come è stato in questo ultimo decennio, ci si trova di fronte ad uno scenario chiaramente deflattivo come non si era visto dagli anni della Grande Depressione.
Ma, lasciati ad altri le cure del piccolo impero finanziario da lei stessa costruito, Gina si dedica con passione alle attività filantropiche cui dedica la stessa passione e lo stesso entusiasmo dedicato al fare soldi in attività filantropiche, attività nelle quali ottiene successi e riconoscimenti, ma anche qui scopre che c'è del marcio in Danimarca e dà vita a costose battaglie legali volte a dimostrare che le maggiori iniziative filantropiche del suo Paese, ma io direi di tutto il mondo, sono dedite ad ingrassare le strutture delle varie entità o fondazioni, riservando ai beneficiari di queste attività le briciole.
Per capire l'importanza del più recente successo della Miller, basti pensare che la sterlina ha recuperato oltre l'uno per cento in una sola seduta, anche se la decisione della May di interporre appello contro la decisione dell'Alta Corte ha frenato, almeno in parte, l'apprezzamento della valuta britannica.
Ma Gina Miller non è nuova a grandi battaglie inerenti alle sue avventure professionali e umanitarie, infatti, dopo aver fondato un importante fondo d'investimento insieme con il marito e averlo portato ad una grande affermazione nel suo settore, gira improvvisamente le sue posizioni e comincia una battaglia da novella Jean D'Arc contro le manipolazioni esistenti in questo comparto di attività dove i sottoscrittori perdono ben presto il controllo del denaro che hanno affidato a gestori a volte degni solo di essere trascinati in una corte di giustizia inglese, di fronte a giudici inquirenti e deliberanti che passano per essere tra i più severi del pianeta in materia di veri o presunti reati finanziari, malefatte e reati che le altissime ondate delle tre fasi della Tempesta Perfetta hanno portato in gran numero allo scoperto.
Ed è così che la bella Gina, sino a quel momento molto introdotta nei salotti bene, o più che bene, londinesi rischia seriamente di diventare un'appestata, una che ha squarciato il velo di omertà e di poca trasparenza che riguarda un'attività nella quale persone di ogni ordine e rango, di specchiata onestà o veri e propri malfattori, preparatissimi o ignoranti di tre cotte, insomma un milieu di persone che vivono investendo bene o male, spesso molto male, i soldi di quanti non seguono la lezione del mai troppo compianto Lord Tilton, al secolo John Maynard Keynes.
Quello che è stato forse il più grande economista britannico soleva, infatti, dire che in periodi di crisi e quando all'orizzonte vi è tanta o tantissima incertezza le persone normali dovrebbero far prevalere quella che in gergo viene definita propensione per la liquidità, ossia la sana abitudine di non staccarsi dal proprio denaro di una distanza che da sola impedisce azzardi nei mercati azionari o obbligazionari, così come il versare il proprio denaro in entità finanziarie dai contorni non troppo distinti, diceva anzi che in questi momenti è il caso di accarezzare il proprio denaro, quindi, come ho detto nelle poche occasioni pubbliche in cui ho parlato della crisi finanziarie, il miglior investimento nella Tempesta perfetta è l'investimento che non si è fatto, anche perché la propensione per la liquidità è premiale in un periodo in cui l'inflazione è bassissima se non, addirittura e come è stato in questo ultimo decennio, ci si trova di fronte ad uno scenario chiaramente deflattivo come non si era visto dagli anni della Grande Depressione.
Ma, lasciati ad altri le cure del piccolo impero finanziario da lei stessa costruito, Gina si dedica con passione alle attività filantropiche cui dedica la stessa passione e lo stesso entusiasmo dedicato al fare soldi in attività filantropiche, attività nelle quali ottiene successi e riconoscimenti, ma anche qui scopre che c'è del marcio in Danimarca e dà vita a costose battaglie legali volte a dimostrare che le maggiori iniziative filantropiche del suo Paese, ma io direi di tutto il mondo, sono dedite ad ingrassare le strutture delle varie entità o fondazioni, riservando ai beneficiari di queste attività le briciole.
Per capire l'importanza del più recente successo della Miller, basti pensare che la sterlina ha recuperato oltre l'uno per cento in una sola seduta, anche se la decisione della May di interporre appello contro la decisione dell'Alta Corte ha frenato, almeno in parte, l'apprezzamento della valuta britannica.
1 commento:
Il Parlamento Inglese ratificherà la Brexit: in Inghilterra il popolo è sovrano...qui in Italia no.
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