Come ho annunciato in coda ad una delle ultime puntate del Diario della crisi finanziaria, ho deciso di rinviare nel tempo la pubblicazione delle puntate de "L'amara lezione della Tempesta Perfetta" dopo aver postato le prime due parti nelle settimane scorse con buon successo di visite, in quanto ho deciso di farne un volumetto per il quale sono alla ricerca di un editore volenteroso, cosa che non ha mai cercato di fare con il Diario che, ad oggi, richiederebbe la realizzazione di oltre dieci volumi di grandi dimensioni.
La serie che interrompo rappresenta una chiave di lettura delle varie fasi della Tempesta perfetta e che chiarisce sia le premesse teoriche dell'approccio da me seguito, sia i riferimenti alle tre persone, delle quali, seppur alquanto anziane, due ancora in vita, che sono state per me fari e stella polare per orientarmi nel redigere il libro di bordo della flotta delle entità finanziarie di ogni ordine e grado alle prese con gli alti marosi della più grave crisi finanziaria mai avvenuta dalla fine del secondo conflitto mondiale.
Le tre persone sono, in ordine di apparizione, John Maynard Keynes, prematuramente scomparso, poco tempo dopo essere stato nominato Lord Tilton, mentre era addormentato sotto una quercia posta nel giardino di una sua abitazione, una dolce morte per un uomo giusto e lontano da compromessi, George Soros, corsaro sui mercati finanziari, in particolare su quelli valutari e uomo che ha compreso sin da giovane come nella finanza regnino sovrani tre sentimenti: la stupidità, l'avidità e la paura; e, the last but non the least, Warren Buffett, anche noto come l'indiscusso e inimitabile Leone di Omaha, una persona che ha reso milionari, a volte a fronte di piccoli investimenti, decine di migliaia di donne e di uomini che si sono fidati delle sue capacità, della sua saggezza e della sua proverbiale prudenza che è, tuttavia, tutt'uno con la sua ferrea determinazione.
Le tre persone sono, in ordine di apparizione, John Maynard Keynes, prematuramente scomparso, poco tempo dopo essere stato nominato Lord Tilton, mentre era addormentato sotto una quercia posta nel giardino di una sua abitazione, una dolce morte per un uomo giusto e lontano da compromessi, George Soros, corsaro sui mercati finanziari, in particolare su quelli valutari e uomo che ha compreso sin da giovane come nella finanza regnino sovrani tre sentimenti: la stupidità, l'avidità e la paura; e, the last but non the least, Warren Buffett, anche noto come l'indiscusso e inimitabile Leone di Omaha, una persona che ha reso milionari, a volte a fronte di piccoli investimenti, decine di migliaia di donne e di uomini che si sono fidati delle sue capacità, della sua saggezza e della sua proverbiale prudenza che è, tuttavia, tutt'uno con la sua ferrea determinazione.
Pregandovi di comprendere questa mia decisione, vi garantisco di tenervi aggiornati sugli sviluppi di questa nuova e stimolante avventura editoriale.
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