mercoledì 20 ottobre 2010

BofA perde e Goldman guadagna!


Il mercato ha salutato con favore la decisione presa l’altro ieri dal colosso creditizio Bank of America di riprendere l’esame delle pratiche di esproprio, sia pure limitatamente a quei 23 Stati nei quali è previsto l’esame da parte di un giudice della richiesta della banca di escutere la propria garanzia.

Questa notizia non può non farmi pensare all’entusiasmo con il quale gli antichi romani assistevano ai giochi nel circo, spasmodicamente aspettando che l’imperatore decretasse con il pollice verso la morte di un gladiatore, mentre per i cristiani non vi era bisogno neanche di quella regale approvazione!

Il destro alla decisione di BofA è stato dato dalle dichiarazioni di numerosi esponenti federali, incluso (sic) il ministro del Tesoro, Thimoty Geithner, che hanno sostenuto che il blocco delle procedure di esproprio non si sarebbe trasformato in alcun modo in una moratoria, dichiarazioni che sembrano escludere anche che il Congresso possa adottare in via d’urgenza una simile misura, dichiarazioni che renderanno meno piacevole il road show che i coniugi Obama stanno effettuando in tutto il paese per risollevare le traballanti sorti degli esponenti democratici in lizza nelle elezioni di medio termine.

Ma il ministro del Tesoro ha fatto ridere il mondo intero, negando che fosse allo studio una svalutazione del dollaro a fini competitivi, una dichiarazione che riecheggia quella di tanti suoi predecessori che si sgolavano a parlare della necessità di uno strong dollar mentre facevano di tutto e di più per indebolirlo.

Comunque sia, in flessione per la prima parte della seduta, l’azione di BofA si è così prontamente ripresa ed ha chiuso a 12,34 dollari con un rialzo di oltre il 3 per cento, anche se il basso volume degli scambi denota come vi sia ancora molta cautela da parte degli investitori in attesa dei dati relativi al terzo trimestre e che sono stati resi noti ieri, così come va ricordato che, non più tardi di sei mesi orsono, la stessa azione ha fatto l’occhietto alla soglia dei 20 dollari, per non parlare di quello che quotava alla vigilia della tempesta perfetta.

E i risultati sono puntualmente arrivati, testimoniando che Bank of America ha perso nel terzo trimestre 7,78 miliardi di dollari, attribuiti alle nuove previsioni legislative in materia di carte di credito e di debito (una messa a perdita per oltre 10 miliardi di dollari), mentre al netto di tale posta straordinaria BofA avrebbe guadagnato 3,1 miliardi in parte a causa del dimezzamento delle perdite su crediti, passate dagli 11,71 miliardi di dollari dal secondo trimestre ai 5,4 miliardi del terzo, una flessione che sta a indicare che anche la gestione al netto della posta straordinaria continua a macinare perdite miliardarie, ma tutto questo è troppo complicato per gli investitori!

Poco dopo ha annunciato i suoi risultati per lo stesso trimestre la potente ma ancor più preveggente Goldman Sachs che ha annunciato utili per 1,74 miliardi di dollari, in netto calo rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, quando ne aveva guadagnati oltre 3 di miliardi, un risultato inficiato da ricavi in calo di oltre un terzo nel trading su bond, valute e materie prime.