Dopo la batosta subita dimostrandosi l’unica tra le grandi banche a presentare i conti del terzo trimestre in rosso e per poco meno di 8 miliardi di dollari, Bank of America è in procinto di affrontare un’altra grana rappresentata dalla richiesta di un gruppo di investitori che vuole che la banca riacquisti bonds legati ai mutui dell’acquisita Countrywide per poco meno di 50 miliardi di dollari, richiesta basata sul fatto che Countrywide non avrebbe ottemperato alla richiesta di informazioni sulla qualità dei mutui sottostanti.
Non so se la banca vorrà sottoporsi ad un giudizio per stabilire la liceità o meno della richiesta proprio nel momento in cui è sotto i riflettori per lo scandalo dei documenti sfornati a ritmi da catena di montaggio dai suoi robo-signers.
Fatto sta che Bofa, GMAC e le altre banche e finanziarie coinvolte nello scandalo hanno deciso di affrontare il giudizio di Dio nelle aule dei tribunali dei 23 Stati che prevedono un passaggio giudiziario per gli espropri, il tutto mentre, oltre alle indagini coordinate dei 50 procuratori generali di altrettanti Stati, si è appreso ieri che è sceso in campo anche il Federal Bureau of Investigation, per non parlare del Congresso che ha in animo di indire una serie di audizioni.
Il mercato ieri ha dimostrato di non fare troppo affidamento sui conti di BofA al netto delle poste straordinarie, anche perché identiche previsioni valevano anche per le immediate concorrenti senza costringere le stesse all’onta del rosso, anche se va detto per onestà che nessuna delle concorrenti ha il carico di mutui di BofA dopo la forzata acquisizione di Countrywide.
Proprio ieri un’altra delle maggiori banche americane, la Wells Fargo, ha annunciati di aver conseguito utili nel terzo trimestre per 3,15 miliardi di dollari, contro i 2,65 miliardi registrati nel terzo trimestre dello scorso anno, mentre, in linea con quanto annunciato dalle altre grandi banche, le perdite su crediti si sono dimezzate, passando dagli oltre 6 miliardi di dollari del terzo trimestre 2009 ai 3,45 miliardi del terzo trimestre di quest’anno.
Anche una delle due superstiti del gruppo delle Big Five, l’ex investment bank Morgan Stanley ha chiuso il trimestre in rosso per 91 milioni di dollari a causa di poste straordinarie per poco meno di un miliardo di dollari, contro un utile di 313 milioni di dollari nello stesso trimestre dell'anno scorso.