martedì 26 ottobre 2010

Piccole banche USA falliscono!


Dopo essermi occupato nelle ultime due puntate del Diario della crisi finanziaria dei massimi sistemi, a partire dalla proposta di Geithner al G20 al quantitative easing messo in atto dalla Federal Reserve con correlative contromosse da parte delle altre banche centrali e investitori sparsi, ritengo utile tornare a occuparmi delle cose di tutti i giorni, quelle che maggiormente interessano le persone in carne e ossa, come l’ennesima ondata di chiusure di banche piccole e medie negli Stati Uniti d’America.

Nell’ultimo fine settimana, infatti, la Federal Deposit Insurance Corporation ha decretato la chiusura di sette banche con sede in Florida, Georgia, Kansas, Alabama e Illinois, sei delle quali caratterizzate da un volume di total assets oscillante di poco attorno ai 100 milioni di dollari, mentre una, la Hillcrest Bank con sede a Overland Park nel Kansas aveva un giro di affari pari a 1,6 miliardi di dollari.

Con queste ultime chiusure, il numero delle banche che hanno chiuso i battenti (per riaprirli immediatamente dopo con lo stesso nome o con quello della banca acquirente) ha raggiunto la cifra di 139, contro le 140 che hanno caratterizzato l’anno di grazia 2009, ma inquieta che, alla stessa data, le banche USA costrette alla chiusura erano stato soltanto 106, il che fa prevedere che il conto del 2010 potrebbe tranquillamente chiudere in un range compreso tra le 170 e le 180 banche che cambiano proprietario, il livello più elevato dal 1992 anno che vide centinaia di chiusura a causa della crisi delle casse di risparmio a stelle e strisce.

Tutto questo ha dei costi per il sistema, in particolare per la FDIC che ha speso 30 miliardi di dollari nel 2009 ed è andata in deficit per oltre 15 miliardi di dollari al 30 giugno dell’anno scorso, ma anche di preoccupazione per i depositanti agiati che devono pregare per ottenere quanto eccede i 250 mila dollari garantiti dalla FDIC, per non parlare poi della scomparsa di banche locali radicate nel territorio assorbite da banche spesso basate altrove e che a quei territori potrebbero prestare minore attenzione.

Dalle 3 banche fallite nel 2007 si è passati alle 25 del 2008, ma il vero picco è stato toccato nel 2009 con 140 banche fallite, ma il problema è rappresentato dalle banche eufemisticamente sotto osservazione da parte della FDIC e giunte nel secondo trimestre di quest’anno al livello record di 829 (erano 775 tre mesi prima), con costi di salvataggio previsti tra il 2010 e il 2014 in 52 miliardi di dollari.