Come tutti ricorderanno, la goccia che fece traboccare il vaso di Pandora della finanza strutturata fu rappresentata dai mutui subprime e da altre forme di mutui come i famigerati ARM, un’ondata di default a catena che vide scomparire in un batter d’occhio la quasi totalità delle finanziarie specializzate che avevano rifornito le banche di grande dimensione di carta non avente più quasi nessun valore.
Oggi, a tre anni e rotti di distanza dall’avvio ufficiale della tempesta perfetta, si scopre che le banche superstiti stanno facendo le furbe con decine, se non centinaia, di migliaia di mutuatari accelerando i tempi dei pignoramenti mediante pratiche disinvolte che dalle banche vengono sbrigativamente liquidate come errori, mentre secondo i procuratori di 50 Stati sarebbero pratiche fraudolente.
Il bello è che i mutui in oggetto non sono più solo i subprime o gli ARM, ma mutui concessi a famiglie con buon score creditizio, proprio quelle famiglie destinatarie degli sforzi sia della precedente amministrazione che di quella di Obama volti alla rinegoziazione dei mutui a condizioni che scongiurassero il rischio dei pignoramenti oramai divenuti una vera e propria piaga sociale, procedure forzate che hanno gravi conseguenze sociali e che sono state determinanti nel crollo dei prezzi delle case e nel tracollo dell’attività edilizia a stelle e strisce.
Colta con il sorcio in bocca è stata in particolare Bank of America, forzatamente divenuta leader di quel mercato dei mutui stimato in 11 mila miliardi di dollari tramite l’acquisizione di Countrywide, con il risultato che la banca ha bloccato i pignoramenti negli stessi cinquanta Stati che hanno avviato l’azione giudiziaria, esempio seguito da Gmac Mortgage, mentre l’ineffabile J.P. Morgan-Chase ha limitato lo stop alle pratiche di esproprio agli Stati nei quali è richiesto il permesso del giudice per procedere.
Come per lo scoppio della bolla della finanza strutturata tutta la colpa fu attribuita all’avventatezza se non peggio dei richiedenti i mutui subprime, così ora le banche sotto accusa parlano di errori umano commessi dagli incaricati di avviare le pratiche di esproprio, mentre i procuratori parlano di procedure fraudolente.
La questione degli espropri “facili” rischia di trasformarsi in vero e proprio boomerang per tutte le banche statunitensi, comprese quelle che hanno seguito rigorosamente le regole previste in materia di espropri, in quanto il Congresso, anche in vista delle elezioni di Mid Term, potrebbe approvare in maniera bipartisan la proposta avanzata da esponenti del partito democratico di varare una vera e propria moratoria degli espropri a livello nazionale, mentre non è escluso che sull’intera vicenda si pronunci lo stesso Obama.
D’altra parte, non è un caso se si sta allargando il divario tra le condizioni del mercato finanziario e quelle dell’economia reale negli Stati Uniti d’America, il primo in apparente ripresa, mentre la seconda, quella fatta di donne e uomini in carne e ossa, sempre più in difficoltà.