venerdì 14 novembre 2008

A Washington si profila il trionfo dei Governi sulle banche!


Anche se è del tutto vero che questi sedici mesi ci hanno davvero abituato a vederne di tutti i colori, credo proprio che quello che è avvenuto ieri sul palcoscenico di Wall Street sia qualcosa che non si era davvero mai visto, con l’indice Dow Jones che prima precipita sotto l’importante soglia psicologica degli 8.000 punti, per poi rimbalzare in su di poco meno di 900 punti, chiudendo in rialzo di oltre il 6 per cento, seguito a ruota dal Nasdaq e dallo Standard & Poor’s 500, un qualcosa che merita solo la definizione utilizzata in un noto film americano dal titolo “Un giorno di ordinaria follia”, una delle migliori interpretazioni di Michel Douglas.

Non so se questo viaggio sulle montagne russe compiuto dai tre vagoni più importanti del treno finanziario globale influenzerà le determinazione delle venti delegazioni che stanno apprestandosi a raggiungere a Washington quella dei padroni di casa, ancora guidata da Bush, ma con l’occhiuta presenza di Madeleine Albright, già potente segretario di Stato di Bill Clinton ed attualmente consigliera di Barack Obama, anche perché credo che buona parte del lavoro preparatorio sia stato già completato dai soliti sherpa, ma questo non esclude qualche colpo di scena ad opera del solito ed incorreggibile Nicolas Sarkozy, sempre ansioso di mettere il cappello sulle decisioni collegiali che verranno annunciate in questo ennesimo week end di paura.

Una giornata cominciata malissimo sulla piazza asiatica e proseguita in modo incertissimo in Europa, con recuperi davvero modesti dopo l’ennesimo bagno di sangue verificatosi il giorno precedente, si è chiusa così con scambi tornati su livelli altissimi, mentre la volatilità ha raggiunto livelli davvero poco adatti ai cardiopatici.

Eppure, la notizia più attesa della giornata negli Usa, quella relativa ai nuovi sussidi settimanali di disoccupazione era stata veramente pessima, con il dato che sfondava la soglia psicologica del mezzo milione di nuovi sussidi che ha portato con sé l’ennesimo balzo in avanti dello stock mensile, una notizia seguita da quella relativa alle nuove 84 mila case sequestrate e prossimamente messe all’asta da quelle stesse banche che dovrebbero rinegoziare i mutui degli alquanto disperati proprietari oramai non più in grado di sostenere rate che in pochi anni sono divenute multiple di quelle originariamente stabilite da contratti irti di clausole trappola.

Chissà perché mi viene in mente al proposito la frase di un notissimo banchiere a proposito della situazione attuale: “finché la musica suona è il caso di continuare a ballare”, parole che mi ricordano la famosa scena del film sull’affondamento del Titanic, quella in cui l’orchestra continua imperterrita a suonare mentre la nave inizia inesorabilmente ad affondare!

Certo, qualche notizia buona è venuta sempre ieri dal mondo della politica a stelle e strisce, con il Congresso finalmente determinato a dare il via libera ai 25 miliardi di finanziamento previsti per l’industria automobilistica statunitense, anche se va detto che quella somma servirà a stento a tamponare i buchi di bilancio determinatisi nei mesi trascorsi dalla decisione originaria, un ritardo in larga parte legato alle resistenze dei repubblicani recentemente travolti dal per loro veramente infausto esito elettorale, una notizia positiva controbilanciata dall’altrettanto attivismo dei democratici volto a prevedere durissime condizioni da imporre come collaterale all’intervento diretto del Tesoro nel capitale delle banche statunitensi.

Mentre il nuovo presidente continua a stendere una fitta cortina fumogena sulla distribuzione degli incarichi governativi, grazie all’invenzione invero felice del folto pacchetto di mischia di super consulenti che lo circonda ormai giorno e notte e, per aumentare la suspence, ha deciso di non inviare nessuno dei probabili candidati alla poltrona più ambita, quella attualmente occupata da Hank Paulson, ai lavori dell’imminentissimo G20/G21, ma, come ho ricordato sopra, ha pensato bene di spedirci un’esperta di politica estera e negoziatrice inflessibile come la Albright.

Venendo all’Europa, non c’è davvero bisogno della zingara per capire che le vere azioni dei governi dei maggiori paesi europei verranno assunte solo dopo l’appuntamento di Washington, così come non è difficile supporre che il primo a dare seguito alle più che bellicose intenzioni nei confronti degli attuali vertici bancari del suo paese sarà proprio Sarkozy, che forse si spingerà fino a dare l’annuncio della sua campagna di concentrazione su uno, due istituti di quel che resta del sistema bancario francese, una mossa che determinerà una, forse due aggregazioni mostre destinate a fare impallidire quelle, già di dimensioni considerevoli, avvenute nel recente passato.

Non credo proprio che Gordon Brown ed Angela Merkel saranno da meno del loro partner francese, così come credo che le dimensioni dei colossi a stretto controllo statale risultanti sono destinati ad avere dimensioni altrettanto gigantesche di quelle che potrebbero essere realizzate in Francia, mentre un discorso a parte dovrebbe riguardare le due maggiori banche spagnole che, miracolosamente quasi del tutto illese, pare proprio stiano aumentando il fieno in cascina per approfittare degli scampoli di fine stagione prossimi venturi.

Ho lasciato per ultima l’Italia, ma solo perché credo che il per la terza volta ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, aspetterà le decisioni dei tre più importanti paesi europei per muoversi immediatamente dopo e sulla stessa falsariga, facilitato in questo dai rovesci in borsa e dai risultati trimestrali dei tre maggiori gruppi bancari, anche perché è perfettamente consapevole che il summit dei capi di Stato e di Governo segnerà una quasi certa vittoria del potere politico non solo su quello delle banche e delle altre entità protagoniste del mercato finanziario globale, ma anche sugli un tempo potentissimi regolatori, banche centrali in primis!

Ricordo che il video del mio intervento al convegno della UIL sulla crisi finanziaria è presente nella sezione video del sito dell’associazione Free Lance International Press all’indirizzo http://www.flipnews.org/ mentre gli atti del convegno sono esportabili dal sito http://www.uil.it/ nella sezione del dipartimento di politica economica.