venerdì 19 agosto 2016

Le due bolle speculative a stelle e strisce


In queste ultime sedute i tre principali indici azionari americani stanno rompendo tutte le resistenze e macinando un record storico dopo l'altro, con Il Dow Jones Industrial che, rotto il livello dei 18.500 punti, occhieggia alla soglia più che psicologica dei 19.000 punti e il Nasdaq e lo Standard &Poor's 500, proprio quello contro cui sta o stava scommettendo il principe degli speculatori, al secolo George Soros (spero per lui che si stia rifacendo con la scommessa sempre più riuscita contro la sterlina inglese ormai a livelli di liquefazione), che infrangono anche loro i precedenti massimi storici un giorno sì e l'altro pure.

Oltre che a quanto accadde nelle prime fasi della tempesta perfetta, quando il Dow Jones toccò un massimo storico a pochi mesi dall'inizio del blocco della liquidità per poi scendere rovinosamente nei mesi e negli anni successivi, tutto questo rinvia al grande crollo del Nasdaq del 2001, quando, dopo aver superato di un balzo la soglia dei 5 mila punti, l'indice tecnologico si portò a quasi la metà di quel valore, costringendo Alan Greenspan, a quei tempi presidente della Federal Reserve, a inondare il mercato di liquidità per evitare una serie di fallimenti a catena!

Nel frattempo, ho sentito una notizia che non ho avuto modo di verificare appieno e che dice che il livello dei prezzi delle case negli Stati Uniti d'America sta risalendo molto sensibilmente puntando a riportarsi ai livelli precedenti a quel 2007 che diede l'avvio ad un vero e proprio meltdown dell'immobiliare USA, un tracollo che non risparmiò nessuna area del paese e che determinò il fenomeno delle foreclosure di massa con le conseguenti vendite all'asta a prezzi di assoluto realizzo, nonché l'emersione di intere località deserte di abitanti, come ad esempio Newark località non molto distante da New York e fino a poco tempo prima abitata da pendolari proprio con la grande mela, perché gli stessi erano stati cacciati dagli ufficiali giudiziari inviati dalle banche inferocite per la valanga di mutui, spesso subprime, non pagati.

Si tratta di una situazione di forte tensione sui prezzi delle case che non è ancora diffusa a livello nazionale, ma che si sta presentando nelle aree a forte tensione abitativa, così come non risulta che vi siano state campagne aggressive sui mutui come si verificò negli anni precedenti la prima ondata della tempesta perfetta, quando persone del tutto lontane dall'idea dell'acquisto di una casa, anche perché consapevoli del fatto di non avere i requisiti reddituali per sostenere la spesa di un mutuo venivano sollecitate a procedere un'acquisto incentivate da condizioni sul mutuo (condizioni che in generale duravano in realtà solo per il primo quinquennio) tali da rendere la rata del mutuo poco diversa dal prezzo dell'affitto dello stesso immobile.

Da allora di strada gli USA ne hanno fatto tanta, al punto di dimenticare gli sfracelli dei tre indici azionari successivi alla prima ondata della tempesta perfetta e la catastrofe del mattone, e possiamo dire che sono stati anni di ripresa vera, ben riflessa sia dai successi dell'azionario che dalla lenta ripresa dei prezzi delle case, sia di quelle individuali che degli appartamenti nei condomini, determinando la situazione di mini boom economico di cui il presidente Barack Obama va così orgoglioso, ma e in tutte le storie c'è sempre un ma, si iniziano ad avvertire sinistri scricchiolii in questa storia di successo.

Nessun commento: