venerdì 16 dicembre 2016

Corsa contro il tempo per Monte dei Paschi


Ormai  quella del maxi aumento di capitale da cinque miliardi di euro richiesto al mercato e agli sventurati possessori di bond subordinati e titoli assimilati (Fresh), nonché la cessione degli oltre 28 miliardi di euro di sofferenze che rende necessario l'aumento stesso è davvero una corsa contro il tempo che denota le lentezze e l'approccio alquanto burocratico di quella CONSOB che ha perso lo smalto e la credibilità che aveva quando a presiederla era Guido Rossi, avvocato di affari che una risposta all'istanza della banca sull'estensione dell'offerta di scambio dei bond subordinati nelle mani dei quarantamila clienti persone fisiche k'avrebbe data in tempo reale, anche perché, al di là di quanto contenuto bel supplemento proposto dalla banca senese al prospetto, non vi è chi possa sostenere che i termini dell'offerta che non si può proprio rifiutare sono noti a tutti, fatta eccezione forse per quanti non vedono i telegiornali, non leggono i giornali e non hanno amici "premurosi" pronti a dare consigli sull'alquanto ingarbugliata situazione di chi, a suo tempo, si è fatto convincere a investire in un bond del quale a suo tempo vidi il prospetto e ne fuggii inorridito per le condizioni e i rischi devo ammettere chiaramente esposti nero su bianco!

L'offerta ai bondholders, siano essi appartenenti al segmento retail o a quello degli investitori istituzionali è del tipo "carta contro carta", ossia si propone di acquistare a premio rispetto ai corsi attuali, ulteriormente depressi nel corso di queste frenetiche e alquanto convulse giornate (siamo intorno al 50-60 per cento del valore facciale di questi titoli e al 20 per cento in un caso), proponendo l'85-100 per cento (di meno ovviamente per il bond che quota 20) con la condizione tassativa di investire queste somme in azioni MPS dal valore molto depresso e sottolinenando che la banca senese, al termine dell'aumento di capitale e della cessione delle sofferenze lorde, sarà una delle banche più patrimonializzate e l'unica senza sofferenze né lorde ne nette, mentre l'informazione economica tutta ricorda che, in caso di rifiuto, nessuno può garantire che il valore dei bond non sarà azzerato in sede di bail in, anche perché la Vigilanza BCE mal potrebbe vedere una distinzione tra bond in mano agli investitori istituzionali e bond in mano ai clienti retail.

L'unico modo per fare accettare la distinzione alla Triade che guida dal giugno del 2014 la Vigilanza bancaria presso la BCE sarebbe quello di prevedere l'azzeramento di tutti i bond subordinati, con possibilità di ristoro per quei clienti privati in grado di dimostrare di essere stati truffati da dipendenti di MPS che li hanno a suo tempo convinti ad acquistare titoli che eccedevano il proprio profilo di rischio, insomma una procedura simile a quella messa in piedi per gli sfortunati acquirenti di bond della specie presso Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara, una procedura, ahimè, lenta e molto perigliosa.

Intanto il ministero dell'Economia sta limando il decreto salvabanche e ne sta alzando, dopo l'intervento dell'ex presidente di Montepaschi ma in precedenza a lungo CEO di Unicredit, l'ammontare delle risorse da 15 a 95 miliardi di euro. Insomma, una bella partita che ci sveglierà dal torpore delle festività natalizie!

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