Nonostante il fermo delle attività innescato dalle dimissioni che il Premier Matteo Renzi ha rassegnato nelle mani del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, al ministero dell'Economia, d'intesa con la Commissione europea e con la BCE di Mario Draghi, sarebbe, stando a quanto riferiscono le agenzie di stampa e i maggiori quotidiani, tutto pronto per un decreto che vede il Tesoro della Repubblica italiana stendere una rete di protezione attorno al molto mal messo Monte dei Paschi di Siena.
Il tutto avverrebbe avviando per decreto una procedura che vede un bail in mirato alla conversione forzosa delle obbligazioni subordinate, senza distinzioni tra quelle in possesso di investitori istituzionali e quelle detenute dalla clientela retail, due tranche che ammontano entrambe a due miliardi di euro, in quanto poco più di un miliardo è stato già convertito a condizioni molto favorevoli mentre la conversione prevista sarà a prezzi di mercato, e una possibile partecipazione dello Stato alla ricapitalizzazione anche oltre la quota attualmente in suo possesso (il 4 per cento del capitale sociale), una manovra che non toccherebbe i depositanti oltre la soglia dei 100 mila euro e colpirebbe gli azionisti soltanto per la diluizione già prevista dall'annunciato aumento da 5 miliardi di euro.
Si è ancora in attesa della risposta della Vigilanza BCE sul rinvio di un mese della operazione di ricapitalizzazione e per la contestuale cessione dei 28 miliardi di euro di sofferenze lorde al Fondo Atlante e ad altri soggetti, cessione che determina appunto il fabbisogno di capitale con il conseguente e citato maxi aumento di capitale, il terzo nel giro di pochi anni e, anche per questo, alquanto indigesto agli investitori nonché agli attuali azionisti.
Per gli investitori retail non vi sarebbe l'automatico riacquisto delle loro obbligazioni subordinate, a meno che non risulti una discrasia tra il loro profilo di rischio rispetto all'acquisizione avvenuta in passato di titoli soggetti ad un rischio elevato, possibilità che può essere dimostrata anche ove il dipendente della banca incaricato della raccolta del questionario MIFID abbia forzato il profilo di rischi al di là delle condizioni oggettive del cliente.
Nel primo pomeriggio, è giunta la notizia, non smentita dalla Vigilanza BCE, che sarebbe stata negata la proroga al 20 gennaio del prossimo anno dell'operazione di ricapitalizzazione da cinque miliardi di euro che doveva chiudersi entro il 31 dicembre prossimo venturo, un rifiuto questo che apre la strada all'intervento pubblico come descritto di sopra e viene salutato in borsa da un'ondata di vendite dell'azione della banca senese.
Nel primo pomeriggio, è giunta la notizia, non smentita dalla Vigilanza BCE, che sarebbe stata negata la proroga al 20 gennaio del prossimo anno dell'operazione di ricapitalizzazione da cinque miliardi di euro che doveva chiudersi entro il 31 dicembre prossimo venturo, un rifiuto questo che apre la strada all'intervento pubblico come descritto di sopra e viene salutato in borsa da un'ondata di vendite dell'azione della banca senese.
Nessun commento:
Posta un commento