martedì 15 febbraio 2011

La grande caccia al tesoro!


La caccia al tesoro del dimissionario presidente dell’Egitto Hosni Mubarak non sarà né semplice né facile, anche se la Svizzera si è precipitata a congelare tutti i depositi riconducibili all’ex capo dell’Egitto e alla sua famiglia, ma sarebbe da ingenui pensare che un personaggio scaltro come Mubarak abbia concentrato tutte le sue ricchezze nella Confederazione elvetica, uno Stato che non è più la fortezza inespugnabile che era un tempo, come dimostra peraltro la velocità del congelamento, decisa quando non era ancora asciutto l’inchiostro della firma apposta in calce alla lettera di dimissioni.

D’altra parte, le vie per nascondere le tracce di un tesoro che Mubarak ha iniziato ad accumulare sin da quando era un alto ufficiale dell’esercito egiziano sono realmente infinite ed esistono porti ancora sicuri come Hong Kong dove le richieste di informazioni e le rogatorie internazionali vengono rispedite al mittente senza neanche essere aperte.

Le stesse dimensioni del tesoro sono alquanto incerte, si va, infatti, da stime si 70 a 170 milioni di dollari, cifre comunque immense per un presidente che riceveva come compenso mensile un cifra di poco superiore agli 800 dollari, un tesoro che avrebbe trovato alimento nel discusso processo di privatizzazioni iniziato nel 1990.

Sorprende che la famiglia Mubarak sia ancora in territorio egiziano, in una località del Mar Rosso, una decisone certo legata alle gravi condizioni di salute, che si tratti di una misura restrittiva decisa dall’esercito, una decisione alla quale non sarebbe estranea l’appena iniziata caccia al tesoro!