Nei tre anni e mezzo da quando è iniziata l’avventura del Diario della crisi finanziaria, non ho mai omesso o sottovalutato i segnali positivi provenienti dall’economia americana o da quelle degli altri paesi maggiormente industrializzati, omissioni o sottovalutazioni che non avrebbero alcun senso, anche perché io, come tutti, spero che finisca definitivamente la tempesta perfetta, anche se non vedo segnali seri di riforma dei mercati finanziari, riforma necessaria perché il fenomeno non abbia a ripetersi, semmai in modo ancor più distruttivo.
La buona notizia la fornisce la Mortgage Bankers Association, comunicando che nell’ultimo trimestre dell’anno scorso ‘solo’ l’8,2 per cento dei proprietari di casa ha saltato almeno una rata del mutuo, sensibilmente meno del 9,1 per cento del terzo trimestre o dell’oltre 10 per cento del primo trimestre dell’anno.
Ma, nello stesso tempo, il numero delle case entrate nel processo di foreclosure è salito dal 4,4 al 4,6 per cento, un massimo storico che dovrebbe peggiorare nel corso dell’anno in corso perché sono 5 milioni le abitazioni che sono in qualche stadio del lungo percorso che, spesso, si conclude con la vendita all’asta dell’appartamento.
La riduzione del delinquency rate è comunque un dato positivo che gli economisti del MBA collegano alla creazione di 1,2 milioni di posti di lavoro nel settore privato nel 2010 e alla riduzione del numero di persone che chiedono sussidi, anche se giovedì scorso vi è stato un inatteso balzo in avanti di questo indicatore.