Dopo la brutta seduta di venerdì, anche ieri le borse sono andate male seguendo tutti i fusi orari, da quelle asiatiche in mattinata a quelle europee e statunitensi successivamente, anche perché è chiaro che la crisi del debito pubblico in alcuni paesi dell’area dell’euro ha ripercussioni sulle banche di tutto il mondo, nonché sui risparmiatori e gli investitori istituzionali che, attratti dagli alti rendimenti, hanno sottovalutato l’ipotesi di un default con successiva ristrutturazione, ipotesi tutt’altro che peregrina nel caso della Grecia.
Con oltre il 3 per cento di perdite, Piazza Affari è stata la borsa peggiore del Vecchio Continente dopo che Standard & Poor’s ha rivisto a negativo l’outlook del nostro paese, una revisione che potrebbe preludere ad un peggioramento del rating per ora fermo al livello di A+, un’ipotesi realistica ove vi saranno segnali che lasceranno intravvedere il non rispetto degli impegni assunti in sede comunitaria sul rientro sia del rapporto deficit/pil che di quello relativo al debito/pil.
Le cose si faranno preoccupanti se non vi sarà oggi un rimbalzo delle borse anticipato dal Nikkei che ha chiuso in positivo per lo 0,17 per cento mentre restano in rosso le altre principali borse asiatiche.