In una lunga conferenza stampa, la signora Angela Merkel ha fornito la sua idea dell’Europa e dell’euro, sostenendo che Berlino farà la sua parte per salvare la Grecia, sempre che il governo di Atene faccia la sua parte con un programma di lacrime e sangue, propedeutico all’ottenimento del prestito da 70 miliardi di euro, prestito che al momento non risultano richiesti.
Dopo la Grecia e l’Irlanda, con il Portogallo ancora in panchina, si torna dunque al paese dal quale tutto era cominciato, segno, come sostiene la cancelliera di ferro, che la strada del risanamento dei conti pubblici è lunga e irta di ostacoli, anche in altri paesi membri dei quali per ora non si parla, Spagna e Italia, tanto per citarne due.
La crisi del debito non è dunque destinata a risolversi in fretta e questo avrà conseguenze su una parte dei paesi dell’eurogruppo, anche perché gli aiuti richiedono l’unanimità dei paesi membri, unanimità tutt’altro che scontata e che fa apparire l’approvazione della Commissione europea degli aiuti al Portogallo poco più che una buona intenzione.