Mentre sale l’attesa per l’esito dell’asta dei titoli di Stato portoghesi che si terrà oggi, un’attenzione testimoniata da un articolo di ieri del Wall Street Journal, fa molto discutere la presa di posizione di uno dei membri votanti del Federal Open Market Committee che chiede di fermare al più presto il programma di acquisti per 600 miliardi di dollari di titoli di Stato statunitensi se la ripresa economica a stelle e strisce sarà più forte del previsto.
Charles Plosser, presidente della Federal Reserve di Philadelphia, è da quest’anno membro con diritto di voto del FOMC e non ha quindi partecipato alla riunione del 3 novembre nella quale è stato deciso il Quantitative Easing II contro il quale si è però espresso pubblicamente in ripetuti interventi nei quali ha detto che i benefici previsti dal programma erano sovrastati dai rischi, in particolare quello rappresentato da una ripresa dell’inflazione.
La riunione del 25 e del 26 prossimi potrebbe vedere Plosser all’attacco, forte dello spiraglio presente nella risoluzione che ha dato vita al programma e che prevede che possano essere introdotte modifiche al programma, in senso riduttivo se si fossero rafforzati i segnali di ripresa dell’economia, non a caso vista da Plosser crescere a tassi tra il 3 e il 3,5 per cento sia quest’anno che l’anno prossimo.
L’ostacolo a revisioni del programma sono, tuttavia, legate al fatto che, anche se meno dei bond europei, anche i Treasury Bond statunitensi hanno registrato un’impennata dei rendimenti di un punto percentuale circa, mentre si è dimezzata in dicembre la quota di emissioni assorbita da non residenti, un campanello di allarme che spinge Bernspan a tenere duro e a fare di tutto perché il QE II non venga modificato neppure di una virgola.