mercoledì 26 gennaio 2011

Tempi duri anche per Bernspan!


Mentre American Express chiude un ottimo ultimo trimestre e un buon 2010, aumentano le difficoltà di Bernspan all’interno del FOMC della Federal Reserve, con l’ingresso come membro votante di Richard Fisher, presidente della Fed di Dallas, uno che non ha fatto mistero di condividere le forti preoccupazioni di Charles Plosser, il coriaceo presidente della Fed di Philadelphia.

Quest’ultimo ha già votato in dissenso sul Quantitative Easing II ed è molto probabile che troverà un alleato in Fisher quando, in primavera, bisognerà decidere se estendere o meno l’acquisto di titoli pubblici a stelle e strisce, sostenendo entrambi che i rischi, soprattutto inflattivi, connessi al piano sono superiori agli effetti benefici per l’economia, anzi Plosser, come ho ricordato in una precedente puntata del Diario della crisi finanziaria, vorrebbe addirittura che l’acquisto di titoli si concludesse senza neanche raggiungere quei 600 miliardi di dollari stabiliti nella riunione del novembre scorso.

Ma i dolori veri verranno se non passerà la proposta di Geithner di alzare il tetto del debito, un’eventualità che diventa alquanto difficile a causa dell’atteggiamento sull’argomento dei repubblicani, forti della salda maggioranza ottenuta nella totalmente rinnovata Camera dei rappresentanti e della riduzione dello svantaggio precedentemente esistente al Senato che è stato rinnovato solo per un terzo.