Dopo aver messo in ginocchio la diplomazia statunitense, decifrando decine di migliaia di messaggi riservati inviati dalle ambasciate di tutto il mondo al Dipartimento di Stato a Washington, Julian Assange metterà domani in carniere una lista con duemila nomi di potenziali evasori fiscali britannici e americani, ma anche tedeschi e di altre nazionalità, tutte persone che si sono servite di una banca svizzera per operare al riparo dello schermo di società offshore per nascondere i profitti di operazioni spesso miliardarie.
A fare visita ad Assange con cd al seguito sarà Rudolf Elmer un ex banchiere svizzero che già tre anni orsono gli ha consegnato una mini lista di quindici nomi, nomi che WikiLeaks non ha ancora resi noti, ma stavolta, fatte le opportune verifiche (mi chiedo davvero di quale tipo), potrebbe decidere di rendere noti i nomi, anche perché tra questi vi sono una quarantina di politici britannici e statunitensi.
La gola profonda svizzera è in attesa di comparire in settimana davanti a un tribunale svizzero che dovrebbe comminargli una pena di otto mesi con la condizionale e una multa di 8 mila franchi svizzeri per violazione del segreto bancario, in realtà poco più di un buffetto sulla guancia per un uomo che rischia di creare danni al sistema bancario svizzero infinitamente superiori di quelli provocati dalla famosa gola profonda dell’UBS di cui mi sono occupato in passato e che ha costretto il colosso svizzero a venire a patti con il governo degli Stati Uniti d’America.
Resto invece in attesa della promessa documentazione su una banca statunitense di primaria grandezza, da molti identificata in Bank of America, informazioni previste per il mese di gennaio ma ancora non apparse.