Gli analisti a stelle e strisce sembra proprio non ne azzecchino più una, almento stando agli ultimi dati importanti dal Non Farm Payrolls ai dati relativi ai prezzi delle case, dai dati sull’inflazione a quello sulla fiducia dei consumatori, prevista quest’ultima a 56, ma rivelatasi martedì scorso a 52,5 in dicembre contro il 54,3 di novembre.
Eppure le ragioni alla base di questo forte ribasso del Consumer Confidence erano più che prevedibili, e sono tutti legati al continuo deterioramento del mercato del lavoro, tanto è vero che la risposta sul lavoro difficile da trovare ha raggiunto il livello di 46,8 dal 46,3 di novembre, mentre quella che indica la piena occupazione è scivolata a 3,9 in dicembre da 4,6 registrato nel mese di novembre.
Nel frattempo, i prezzi delle case sono calati per il quarto mese consecutivo in ottobre, come segnala denominate lo Standard & Poor’s/Case Schiller composite index, l’indagine che prende in esame le 20 aree metropolitane e che mette in evidenza come il prezzo medio sia calato dell’1 per cento rispetto a quello segnalato in settembre, mentre il calo sullo stesso mese dell’anno precedente è dello 0,8 per cento ed è la prima flessione anno su anno segnalata dall’indice dall’inizio dell’anno in corso.
In numerose puntate del Diario della crisi finanziaria avevo segnalato che la fine dell’incentivo fiscale di 8 mila dollari per gli acquirenti della prima casa avrebbe condizionato negativamente i mesi successivi ed è quanto si sta puntualmente verificando, per non parlare dell’effetto depressivo sui prezzi derivante dalle vendite all’asta delle case espropriate dalle banche, un triste fenomeno che riguarderà nel 2010 oltre un milione di famiglie americane.