Secondo dati diffusi dal governo degli Stati Uniti d’America, il numero dei cittadini che ricevono i buoni pasti destinati ai più poveri è cresciuto del 16 per cento rispetto allo scorso anno, il che significa che attualmente ricevono questi sussidi in natura 43 milioni circa di persone e cioè il 14 per cento della popolazione della più potente nazione al mondo.
Molti Stati stanno rivedendo al rialzo la linea di povertà per dare modo a un numero maggiore di famiglie di ricevere questa forma di sussidi, il cui importo è stato aumentato nel 2010 del 13,6 per cento, un aumento che equivale a ulteriori 20-24 dollari al mese per persona presente nel nucleo familiare.
Ovviamente, si tratta di buoni che vengono integralmente spesi dai percettori, il che, oltre a considerazioni di carattere umanitario, spiega l’interesse dell’amministrazione per questa forma di aiuto che da, nel suo piccolo, una concreta spinta ai consumi e alla crescita del prodotto interno lordo.
A guidare la triste graduatoria della quota della popolazione che sopravvive grazie ai buoni pasto è Washington D.C. nella quale il 21,5 per cento degli abitanti vivono di carità pubblica, per non contare quanti vivono di sussidi di disoccupazione.
Nel recente accordo tra Obama e i leader repubblicani e democratici è entrata l’estensione per ulteriori 13 settimane dei sussidi di disoccupazione ma non la proroga del programma per l’elargizione dei buoni pasto, cui il presidente tiene molto e cercherà di far approvare un apposito disegno di legge entro la fine dell’anno, forte anche della maggioranza democratica in entrambi i rami del Congresso che svanirà a gennaio all’insediamento delle nuove camere.