Con singolare tempismo, l’agenzia di rating Moody’s, reduce dal downgrade di quattro banche e una compagnia di assicurazione irlandesi, ha messo sotto revisione il rating del debito a lungo e di quello a breve del Portogallo, muovendosi come se fosse già certo il ricorso al fondo di salvataggio dei paesi dell’area dell’euro.
Dalla messa in stato di revisione al downgrade vero e proprio possono passare anche tre mesi, ma non credo che nessuno all’interno dell’agenzia si attenda che si arrivi dino a marzo per il taglio che potrebbe anche essere di tre tacche da A1 per il debito a lungo e da Prime –1 per quello a breve termine.
La decisione di Moody’s potrebbe rappresentare una sorta di via libera al club delle nove banche globali per muovere all’assalto dei titoli pubblici portoghesi, operando in modo da allargare a dismisura i relativi differenziali con gli omologhi titoli tedeschi, ma rappresenta anche un ulteriore segnale di allarme per i titoli spagnoli e per quelli italiani.
Come amava dire Soros ai tempi dell’assalto alla sterlina e alla lira nel lontano 1992, quello dell’Italia era l’obiettivo grosso del suo attacco fortunato e che gli permise di guadagnare un miliardo di dollari scommettendo sulla svalutazione delle due valute e sulla loro uscita dal Sistema Monetario Europeo.
Nel frattempo, resto in attesa dei proclami del governo portoghese sulla non necessità dei finanziamenti del fondo di salvataggio, né tanto meno di quelli dell’Unione europea e del Fondo Monetario Internazionale, replicando il copione già messo in scena dalla Grecia nel maggio scorso e replicato più di recente dall’Irlanda!