mercoledì 19 ottobre 2016

Breaking News sul Monte dei Paschi


Un sito alquanto scandalistico e diretto da un ex bancario molto addentro ai salotti romani che contano, rispettivamente Dagospia e Roberto D'Agostino, e che si è conquistato negli anni una discreta reputazione sulle notizie che riguardano le banche italiane, ha lanciato ieri una notizia che, se confermata,  sarebbe una vera e propria bomba per l'inquieto settore creditizio italiano e per la molto malmessa Banca Monte dei Paschi di Siena alle prese con un aumento di capitale da cinque miliardi di euro e con le perdite derivanti dalla cessione in toto delle sofferenze prodotte in proprio o ereditate dalle tante banche acquisite, Banca Antonveneta in primo luogo che pesa per un terzo circa delle sofferenze lorde complessive che sono pari a qualcosina di più di 27 miliardi di euro, mentre quelle al netto degli accantonamenti superano di poco i nove miliardi.

Ma quale è questa notizia, sarebbe meglio dire indiscrezione o rumor come dicono gli anglosassoni? Semplicemente quella che dice che il mio ex collega e da qualche tempo amministratore delegato di Banca Intesa-San Paolo. al secolo Carlo Messina, con il placet, o su input, della potentissima coppia formata dal presidente onorario della banca, Giovanni Bazoli, e dal potentissimo presidente della Fondazione Cariplo e  altrettanto potentissimo nella Cassa Depositi e Prestiti, Giuseppe Guzzetti, sarebbe in procinto di lanciare un Consorzio di Garanzia per l'aumento di capitale per ora fissato in cinque miliardi di euro del Monte dei Paschi di Siena, un consorzio cui il gruppo creditizio milanese parteciperebbe con una quota non meglio definita e con o senza altri partecipanti di cui ovviamente e nel caso non è dato di conoscere né l'identità né l'entità dell'apporto, mentre è di ieri la notizia di un ulteriore contributo di Intesa per 185 milioni di euro al Fondo Atlante, aumento che porterebbe ad un miliardo la partecipazione del gruppo nato attorno a quella che un tempo era la Ca de Sass a quel Fondo che ormai tutti considerano come la zattera di salvataggio delle banche italiane e che, al momento ne ha già rilevate integralmente due (la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, a fronte del totale interesse del mercato ai relativi due aumenti di capitale, entrambi, peraltro, imposti a forza dalla Vigilanza BCE).

Credo proprio che siano state le indiscrezioni su questo possibile intervento a gamba tesa di Intesa nel dossier Monte dei Paschi a giustificare ieri l balzo di quasi il 13 per cento dell'azione della banca senese, molto più delle prime notizie circolate sul piano industriale discusso ieri per oltre otto ore dal Consiglio di Amministrazione della sempre più traballante banca di Rocca Salimbeni, un piano che appare, stando al poco che se ne sa, una minestra un po' riscaldata e che prevede, tra l'altro,  esuberi per 3 mila dipendenti, la metà dei quali già previsti nel precedente piano dell'ex amministratore delegato Fabrizio Viola, mentre, ove l'indiscrezione di Roberto d'Agostino dovesse trovare conferma,, sarà molto interessante vedere la reazione di J.P. Morgan e Mediobanca, allo stato ancora capifila dell'operazione di aumento di capitale di MPS!

Nel frattempo, il CdA ha anche discusso su cosa fare del piano di salvataggio del Monte dei Paschi riscritto dall'ex AD di Intesa, Corrado Passera, rispetto alla precedente missiva inviata a luglio e composta da quattro paginette quattro e ha reso noto di essere disponibile alla due diligence ivi richiesta dall'ex Top Manager della banca milanese (e, quindi, anche ex capo di Carlo Messina ma, almeno così si diceva a suo tempo, sotto lo schiaffo del molto tormentato Giovanni Bazoli che in Intesa era qualcosa di più di un semplice Presidente), un piano la cui esistenza è da tre mesi nota a tutti e sul quale ieri ha battuto finalmente un colpo la CONSOB che ne ha sentito l'illustre autore per capire qualcosa di più sia sulla struttura del piano da lui presentato per ben due volte e a due AD diversi tra loro come il giorno e la notte, ma anche e forse soprattutto per sapere qualcosa di più  sull'identità e le reali intenzioni dei fondi (sia i due menzionati che gli eventuali altri) che l'ex ministro dello sviluppo economico sta rappresentando, un piano del quale al momento si sa solo che non prevederebbe più la conversione in azioni dei bond posseduti dagli investitori istituzionali e, quindi, tantomeno, o almeno questo lo aggiungo io,  di quelli in possesso delle persone fisiche e che oscillano tra uno e due miliardi di euro.

Questo improvviso attivismo di banche italiane e straniere, grandi fondi investimento e un banchiere ed ex ministro della Repubblica intorno a quel che resta del Monte dei Paschi di Siena mi fa dire che nella banca senese vi, al netto di tutte le sofferenze e problemi di ogni genere, una riserva di valore che sta interessando più di una banca globale, oltre a BNP Paribas che mosse esplorative al massimo livello sia a Roma che a Francoforte le ha già fatte questa estate, ottenendo apparentemente risposte negative, anche se oggi si scopre che il forte taglio di personale richiesto è diventato molto più fattibile dopo l'accordo Governo-ABI sul finanziamento del Fondo esuberi al fine di facilitare 50 mila esodi nel settore e che Francoforte potrebbe essere, anche luce dei riflessi economici di questo accordo, molto meno negativa sulla questione esiziale del possibile aumento di capitale in capo a BNP, una riserva di valore che è quantificabile solo da chi ha un accesso a tutte le informazioni, che è appunto quello che chiede Passera. Insomma, credo proprio che ne vedremo delle belle!

Questa, ovviamente, non è la puntata che avevo programmato per oggi e, quindi sarei lieto che trovaste anche il tempo per leggere, di sotto "Poteri occulti in campo per l'assalto finale a Matteo Renzi", una puntata che spiega anche perché un Commissario europeo che da Washington solo pochi giorno orsono affermava che non ci sarebbero stati problemi pure con un deficit/pil che allora era fissato al 2,4 per cento starebbe per inviare una missiva ultimativa nella quale si chiede all'Italia di adeguarsi in soli sette giorni alle indicazioni da lui stesso fornite per una riscrittura del disegno di legge; tutto questo quando manca un giorno allo svolgimento di un importante Consiglio europeo nel quale Renzi ha annunciato urbi et orbi che non intende fare la semplice comparso, ma battere il pugno su varie questioni, distribuzione più equa dei migranti  e quale corno del binomio austerity/sviluppo in primis!

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