venerdì 14 ottobre 2016

L'orso siberiano batte un colpo!


Non credo vi sia stato soverchio stupore in quel de l'Eliseo quando è giunta la notizia dell'annullamento della visita che Vladimir Putin, ex colonnello  del KGB a lungo di stanza nell'ex Germania dell'Est, l'uomo che ha "messo a posto" nel 2008 la Repubblica Georgiana e che si è pappato in un solo boccone quella Crimea per cui in un lontano passato hanno versato il loro sangue tanti soldati e ha armato la mano degli indipendentisti ucraini e che sta facendo, insieme al figlio di Assad, della città di Aleppo uno dei più grandi cimiteri a cielo aperto che la Storia a partire dal secondo dopoguerra mondiale ricordi, e mi scuso in anticipo perché il cursus honorum di questo autentico figlio della Guerra Fredda l'ho ricostruito a memoria, controllando soltanto qualche dettaglio sul conflitto russo georgiano che è poi il secondo perché il primo ebbe luogo negli anni Venti del secolo scorso e lascio al lettore di indovinare chi ebbe la meglio tra la neonata Unione delle repubbliche Socialiste Sovietiche e la sventurata Georgia, destinata a diventare, appunto, una di quelle repubbliche, per non parlare del quasi completato sterminio dei ceceni, una tragedia che si è svolta in un arco temporale molto lungo nella totale, o quasi, indifferenza dell'Occidente industrializzato.

Non vi è stato stupore come dicevo né in Francoise Hollande, che si era interrogato nei giorni scorsi, quasi un novello Amleto, in diretta televisiva sull'opportunità o meno di questa visita, né tantomeno nei suoi ministri, anche perché uno di questi aveva apertamente parlato della necessità di deferire il leader maximo di tutte le Russie al tribunale penale internazionale di stanza nella città olandese dell'Aja per crimini di guerra, quelli recenti compiuti in Siria, perché per quelli più remoti la comunità internazionale ha chiuso un occhio, o forse tutti e due, risvegliandosi all'improvviso dal suo torpore solo quando scoppiò il conflitto ucraino e, data per persa la Crimea dove da sempre stanziava la flotta russa, applicò, unitamente al resto dell'Occidente, dosi crescenti di sanzioni ed espulse drasticamente il capo del Cremlino dal consesso del G8, declassato improvvisamente a G7, un attivismo dovuto al fatto che l'Ucraina aveva da tempo un patto di intervento difensivo con la NATO, organizzazione alla quale all'epoca aveva anche fatto domanda di adesione.

Siccome ho notato che anche i più affezionati lettori del Diario della crisi finanziaria, quelli, per intenderci, che lo seguono, e nei momenti migliori da oltre cento Paesi del mondo, sin dal 2007, hanno la tendenza a dimenticare, se non a rimuovere, i principali accadimenti delle diverse fasi della Tempesta Perfetta,  e ho visto che questa tendenza all'oblio è ancora più forte per gli accadimenti geopolitici, vorrei fare di seguito un breve riassunto di quello che è accaduto dopo la svolta impressa all'URSS e al PCUS da Michail Gorbachev, l'uomo che verrà più tardi insignito del Premio Nobel per la Pace.

Come non tutti ricordano, per buona parte della sua carriera politica Gorbachev fu un ligio e inquadrato alto burocrate del PCUS e non è assolutamente chiaro come riuscì a diventare Segretario Generale del partito e leader massimo dell'URSS, incarico che svolse inizialmente senza imprimere grandi scosse al modus operandi di quella grande unione di Stati contornata da sei importanti Stati satelliti, mentre, da un certo momento in poi, prima con la Glasnost e poi con la Perestroika diede vita ad un movimento che produsse lo scioglimento del Partito, l'indipendenza dei paesi dell'Europa dell'Est, la caduta del Muro di Berlino nel 1989, avviando al contempo il processo di maggiore autonomia delle diverse repubbliche che poi si trasformò, cosa che non era assolutamente nei suoi auspici, nel più rapido e drastico processo di indipendenza della maggior parte delle Repubbliche che componevano fino a quel momento l'URSS, un percorso che vide al contempo la dissoluzione di quello Stato nello Stato che era rappresentato dal KGB.

Pur guidando il partito con pugno di ferro e pur controllando con piglio deciso il KGB, quello della sopravvivenza fisica prima ancora che politica del leader russo anche solo a uno dei vari passaggi che ho appena ricordato è un mistero che non trova ad oggi spiegazione convincente, fatto sta che poco tempo dopo averlo completato questo percorso ad ostacoli e quando si aspettava che le Repubbliche avrebbero aderito in massa al suo progetto di Federazione attorno al nucleo centrale della Russia, vi fu uno stranissimo colpo di Stato che portò in tempi rapidi uno dei suoi principali alleati, Boris Eltsin, al potere, con la conseguente dissoluzione dell'Unione e il più grande processo di depredazione delle ricchezze russe in favore di un manipolo di protetti dal regime che la storia ricordi, un processo che, grazie anche al precarissimo stato di salute del nuovo leader, portò all'assalto al potere di Vladimir Putin, che mantenne i rapporti con una parte di questi nuovi ricchi, l'altra la cacciò in galera o costrinse all'esilio, e rimise tutto il potere nelle sue mani, potere che da allora ha esercitato ininterrottamente, a volte da Premier, più spesso come Presidente, ma sempre come leader indiscusso della resuscitata Madre Russia.

Non voglio tediare oltre il lettore con l'epopea putiniana, ma ricorderò soltanto che il suo potere passa per un controllo totale del settore statale, delle forze armate e dei servizi segreti, che non si chiameranno più KGB ma non sono molto da meno di quella potentissima organizzazione, del petrolio (si vedano solo il recente accordo con la Turchia e il ruolo, in verità molto ambiguo, che sta giocando nei confronti dell'OPEC cui può favorire il successo della operazione di cartello volta a consentire un aumento dei prezzi), questo solo per citare le principali leve nelle mani di un uomo che ha saputo risvegliare l'orgoglio nazionalistico dei russi, quelli stessi russi chiamati oggi ad ammassare scorte alimentati e a partecipare ad esercitazioni militari riservate ai civili!

La novità degli ultimi giorni sta nel fatto che sono stati rivolti appelli alla popolazione per prepararsi a tempi molto duri, mentre al contempo si stanno ammassando in quantità eccezionali riserve di grano e di altri generi di prima necessità, un qualcosa che negli ultimi decenni, e comunque dalla fine della Guerra Fredda non si era visto e che fa pensare che, oltre al modo più che discutibile in cui si sta in Siria, potrebbe essere giunto il tempo per Putin di completare l'operazione avviata in Ucraina qualche tempo fa.

Ma la spinta all'espansionismo russo potrebbe essere ancora più ambizioso e riguardare le tre repubbliche baltiche, mentre è sicuro che da Mosca si guarda con grande interesse sia al grande freddo tra la Turchia e l'Unione europea, così come non è troppo distaccato lo sguardo che viene rivolto alle posizioni dei Paesi dell'ex Europa dell'Est che ormai dichiaratamente mal sopportano alcune decisioni provenienti da Bruxelles, in materia di obbligo all'accoglimento dei migranti, ma non solo.

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Per chi fosse interessato alla versione di Gorbachev sulla fase che ha preceduto la dissoluzione dell'URSS e lo scioglimento del PCUS, consiglio la lettura del dialogo che l'ex leader russo ha intrattenuto con Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai Internazionale, un movimento religioso buddista giapponese che si ispira al maestro giapponese Nichiren Daishonin vissuto nel XIII secolo, e che è stato raccolto in un libro intitolato "Le nostre vie si incontrano all'orizzonte" edito in Italia da Sperling e Kupfer.

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Per chi segue il Diario della crisi finanziaria dalla ripresa delle pubblicazioni nel febbraio del 2016, non sarà una novità che tra le caratteristiche della terza ondata della Tempesta Perfetta vi era la enorme bolla creditizia esistente in Cina e che la conseguente rarefazione dei finanziamenti da parte di queste banche tecnicamente fallite stava mettendo in crisi l'apparato produttivo, in particolare quello statale, e ora i primi segnali iniziano a vedersi con vero e proprio crollo alte del 10 per cento nell'ultimo dato disponibile, in presenza di quasi un 2 per cento di crescita dell'import.


1 commento:

Unknown ha detto...

Dispiace che una persona così competente in economia e che critica costantemente i giornalisti asserviti al potere che non informano la gente sulle questioni economiche abbia una visione così appiattita sulla versione mainstream per quanto riguarda la politica estera. Non un cenno sull'aggressiva politica estera americana che ha provocato il colpo di stato in Ucraina, che adesso ha un governo filonazista al potere. Non un cenno ai fondamentalisti in Siria, finanziati dai paesi del golfo, che solo Assad e Russia stanno combattendo. Non un cenno alla Francia che ha provocato il caos libico e che tante ripercussioni ha avuto e avrà per l'Italia. Non un dubbio sul perché la Russia stia agendo in questo modo (forse è in gioco la sua sicurezza nazionale?). Solo la ripetizione mantrica della versione che i Russi sono cattivi sempre e gli Americani sono buoni sempre.